Coronavirus, stop alla «zona rossa» a Medicina capoluogo e Ganzanigo. Controlli però maggiori come a Piacenza e Rimini
Medicina capoluogo e la frazione di Ganzanigo non sono più «zona rossa», provvedimento preso lo scorso 16 marzo dalla Regione per cercare di arginare il focolaio di Coronavirus. A comunicarlo ufficialmente, dopo il video di ieri del presidente della Regione Bonaccini, l’ordinanza del Ministero della Salute. L’area sarà quindi equiparata alle province di Rimini e Piacenza e le restrizioni rimarranno in vigore in questa zona da domani, sabato 4 aprile, fino al prossimo 13 aprile.
Resta confermato il divieto a tutte le persone di spostarsi con mezzi pubblici o privati in un comune diverso rispetto a quello in cui si trovano. Uniche eccezioni sono le comprovate esigenze lavorative, l’assoluta urgenza ed i motivi di salute. Saranno aperti farmacie e parafarmacie, negozi di generi alimentari, forni, ferramenta, lavanderie, rivenditori di mangimi animali, edicole, distributori di carburante, ottici e tabaccherie. Sarà consentita la vendita di prodotti di qualsiasi genere con la consegna al domicilio del cliente, anche tramite corriere; le attività agricole, di allevamento e di pesca, agroalimentari e relative filiere; le attività di produzione di beni alimentari; gli interventi urgenti degli artigiani (idraulici, elettricisti, meccanici, elettrauti, gommisti ecc.); bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, piadinerie, chioschi, kebab ecc. esclusivamente a domicilio ed, infine, tutti i codici ateco dell’allegato 1 del Dpcm del 22 marzo e le relative filiere presenti sul territorio previo comunicazione al Prefetto disponibile da domani.
Verrà mantenuto il servizio Bancomat e Postamat. E’ consentito inoltre alle banche di aprire i propri uffici al pubblico su appuntamento per servizi indifferibili e di comprovata necessità. Aperti anche gli uffici postali nelle mattine di martedì, giovedì e sabato. Riprende anche il servizio postale di portalettere. Studi professionali, patronati, associazioni di categoria e sindacati sono chiusi al pubblico: per garantire servizi indifferibili e di comprovata necessità è consentita l’apertura su appuntamento. Chiuse tutte le strutture ricettive. (da.be.)