La storia di Giuliana Panieri, da Medicina alla Norvegia per studiare i ghiacci dell”Artico
La professoressa medicinese Giuliana Panieri, che lavora e vive in Norvegia con la sua famiglia da sette anni, studia i ghiacci dell’Artico o, per essere più precisi, i gas idrati (ossia il metano allo stato solido) e i forams, piccolissimi organismi fossili che possono fornire innumerevoli informazioni sull’ambiente e il clima. Attraverso le ricerche geologiche possiamo avere una fotografia del passato del nostro pianeta.
Domanda scontata dunque, che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro del nostro Pianeta?
«Qualche settimana fa sono stati registrati 20 gradi a sud della Norvegia e qui a Tromsø, che si trova oltre il Circolo polare artico, abbiamo avuto pochissima neve e una sola settimana di freddo in linea con le temperature stagionali. La temperatura globale si sta alzando molto velocemente. Quello che dobbiamo cercare di capire è quali saranno gli effetti, sulla natura e sull’uomo, di questi cambiamenti climatici».
C’è chi obietta che il clima è sempre cambiato, in altre epoche storiche o geologiche si sono registrati importanti mutamenti climatici. Secondo la scienza dunque, che cosa è cambiato?
«La storia geologica della terra ha registrato variazioni climatiche molto importanti, ma sono state variazioni naturali, che avvenivano nell’arco di molto tempo. Quello a cui assistiamo oggi è anomalo perché semplicemente troppo veloce. Come reagirà la terra a tutto questo? Il pianeta sopravvivrà sicuramente, sono le condizioni di vita sul pianeta stesso che possono cambiare in modo tale da renderla impossibile. Il mondo scientifico su questo è unanime: le variazioni climatiche sono troppo veloci e quindi anomale, non naturali, ma condizionate in modo esponenziale dall’attività umana». (mo.or.)
Nella foto: la Panieri (in tuta arancione) con alcuni colleghi francesi, tedeschi e turchi sui ghiacci artici durante una spedizione e un primo piano della professoressa medicinese