Medicina «zona rossa» contro il virus – Il dopo
Venerdì 27 marzo, Medicina «zona rossa». Quando usciremo da qui avrò impegni fino a settembre 2021. Grigliate, cene, aperitivi, partite di calcetto e uscite revival, non avrò un minuto libero. Ho voglia di abbracciare gli amici. È un gesto che mi piace l’abbraccio, e mi manca un sacco. Mia moglie non mi abbraccia, se non quando cambio il pigiama, ogni tre giorni, o giù di lì. Ma io voglio abbracciare i miei amici, con quegli abbracci vigorosi conditi da pugni nella schiena che fanno tremare lo sterno. Ho proprio voglia di gente addosso. Spero non venga annullato il concerto dei Pearl Jam, perché sento il bisogno di cantare assieme ad altre settanta, ottantamila persone.
Ogni tanto penso alla prima cosa che farò una volta uscito da qui. Due passi li ho fatti anche oggi, per la verità, a piedi fino alla farmacia, così come ogni tanto vado a fare la spesa, ma sono sprazzi di luce che non fanno sole. Il giorno in cui aprirò la porta di casa sarà come quando Jim Carrey esce dal Truman show. Mi guarderò attorno, smarrito, poi comincerò a correre. Metterò i piedi sotto tutti i portici di questa città, da piazza Garibaldi a piazza Andrea Costa. Mi godrò la mia Medicina, che è bellissima. Poi farò di corsa via San Carlo, all’altezza dell’incrocio con via Piave girerò a destra fino al cancello verde della casa dei miei genitori. Da lì, a un tiro di schioppo, raggiungerò casa Bonetti. Poi tornerò indietro e percorrerò a perdifiato quel rettilineo che porta alla chiesetta della Madonna del Piano, mi fermerò sul ponte che attraversa il Canale emiliano, e mi sembrerà più bello del Po. Arriverò da Carmine, che mi starà aspettando, poi andrò a salutare William, Zico, Cera, Panta, quindi da Triko a Bologna e da Jack a Solarolo.
Andrò fino al campo sportivo, dove magari ci sarà mio figlio che gioca, e con lui quella manica di svitati che sono i genitori dei suoi compagni. «Mauro mi faresti dieci spritz? Mio figlio ha segnato un gol». E tutto questo sempre di corsa, come Forrest Gump. E infine, se avrò le forze, andrò dritto fino al mare. Morirò di fatica, forse, ma non di questo virus.(Corrado Peli)
Nella foto: Corrado Peli si tieni in allenamento saltando la corda in casa