Medicina «zona rossa» contro il virus – Al centro dell’uragano, la fase di rigetto
Giovedì 26 marzo, Medicina «zona rossa». Qualche giorno fa il nostro sindaco è stato ospite di Fabio Fazio. Prima di lui c’era Roberto Saviano. Saviano se ne intende di vita da recluso e ha detto una cosa giusta: piano piano ci si abitua. Ci si abitua ai rumori della casa, gli oggetti e i mobili prendono un’altra dimensione, diventano i tuoi amici. Ha perfettamente ragione, l’altro giorno mia figlia parlava con un pensile, pensava fosse la professoressa di francese.
Ci si abitua proprio, ha ragione, sta diventando tutto così normale, una routine quotidiana che pesa sempre meno. I primi giorni vivevo in una sorta di divertimento misto ad angoscia, adesso, invece, mi sto assuefacendo a questa realtà. Oggi, ad esempio, sono felice perché domani è venerdì e il fine settimana si avvicina. Il fine settimana? E che faccio di bello? Lo passo in terrazza o in taverna? Allora lunedì mi sveglierò con la luna storta perché è lunedì?
Le notizie che contano, quelle dei contagi e dei decessi, ci fanno intravedere la luce, almeno nel nostro comune. Negli ultimi giorni ho fatto i tortelloni, rinvasato le piante grasse, potato il bonsai e sistemata una presa della corrente. Io, che non so nemmeno da quale lato si impugna un martello. Se questa condizione persiste ancora a lungo non so cosa potrò arrivare a fare, magari anche attaccare una mensola… no meglio di no, che poi mia figlia ci attacca bottone. (Corrado Peli)
Nelle foto: Corrado Peli impegnato nel bricolage