Coronavirus, più letti e un reparto sub-intensivo a Imola, nella rete anche l’Osco di Castello, équipe per le visite a domicilio
Per far fronte ai tanti ricoveri causa Coronavorus, la sanità imolese si riorganizza nuovamente in corsa. Nell’ospedale di via Montericco ci sono attualmente 118 posti dedicati di reparto al 3° e 4° piano mentre i 12 letti di terapia intensiva disponibili sono stati incrementati ulteriormente di altri 4 posti anche grazie ad alcune modifiche strutturali realizzate in due soli giorni per isolare la zona Covid da quella no-Covid.
Inoltre, l’open space dell’Osservazione breve intensiva del pronto soccorso è stato trasformato in 8 posti letto dedicati al monitoraggio e trattamento con ventilazione non invasiva dei pazienti Covid-19 o sospetti tali con polmonite interstiziale refrattari all”ossigenoterapia convenzionale. Un reparto sub-intensivo denominato Ecu (Emergency care unit) allestito con attrezzature dedicate (ecografi, ventilatori polmonari, emogas analizzatori) in gran parte donate o acquisite grazie alle tante donazioni di cittadini, imprese ed associazioni delle ultime settimane.
Modifiche rapide e in corsa che vedono il resto dell’attività sanitaria per chi non è malato di Coronavirus limitata alle problematiche urgenti e non differibili e quindi nell’ospedale di Imola il trasferimento dell’Unità intensiva coronarica in Cardiologia, delle chirurgie al 4° piano del Dea (Ortopedia) e dei pazienti internistici al 6° piano (Medicina A- Geriatria). I letti di terapia intensiva per pazienti no-Covid sono solo 5 ma, in caso di necessità, la rete regionale in questi giorni ha visto l’inserimento anche dei posti di terapia intensiva delle strutture private disponibili per il nostro territorio.
Iniziano intanto anche le prime dimissioni dal reparto medico (15 negli ultimi due giorni). Per queste persone, non ancora guarite ma che non necessitano più di ricovero, è stata attrezzata la Struttura residenziale cure intermedie dell’Osco di Caste San Pietro. I 21 posti letto in viale Oriani da oggi sono dedicati a pazienti Covid19 in dimissione da altri reparti che non possono restare al domicilio perché necessitano ancora di assistenza infermieristica o che non hanno le condizioni domiciliari adatte all’isolamento. Le persone ricoverate precedentemente nella Srci sono state spostate temporaneamente presso le case di riposo del territorio, quando non dimissibili a domicilio.
Infine nascono le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale). In pratica équipe costituite da medici di continuità assistenziale e infermieri, che faranno visite a domicilio su segnalazione dei medici di famiglia. A grandi linee, il modello già applicato nelle scorse settimane per la zona rossa di Medicina. Le persone in isolamento domiciliare o che presentano sintomi similinfluenzali e respiratori potranno telefonare al proprio medico di famiglia dalle ore 8 alle 20, dal lunedì al venerdì, mentre nei prefestivi e festivi e nelle ore notturne occorrerà chiamare il 800040050. Sempre le Usca saranno impegnate in una prima fase per l’intervento sperimentale di profilassi farmacologica sui cittadini sintomatici residenti nel Comune di Medicina. (r.cr.)