Coronavirus, Alleanza delle Cooperative: «Serve un ulteriore sforzo per non spegnere le imprese culturali e creative»
L’Alleanza delle Cooperative Cultura, Turismo, Beni Culturali, Comunicazione lancia un appello dopo i primi provvedimenti del decreto Cura Italia: «Abbiamo visto uno sforzo da parte del Governo per dare le prime risposte alle imprese messe in ginocchio da questa emergenza – spiegano i Presidenti Giovanna Barni, Irene Bongiovanni e Carlo Scarzanella -. Ma adesso serve un impegno ulteriore per non “spegnere” le imprese culturali e creative del nostro Paese. Nel mondo della cooperazione sono 3500 le cooperative diffuse in tutte le regioni d’Italia e oltre 40.000 gli occupati direttamente colpiti dall’emergenza. A queste si aggiungono i comparti dell’editoria, le librerie, la comunicazione e i giornali che già soffrivano di un periodo di crisi e che ciò nonostante hanno sempre garantito un’informazione plurale e corretta anche in questo periodo di emergenza. Sono almeno dieci le macrocategorie nella classificazione Ateco più coinvolte: dalla ricettività ai servizi di noleggi per il turismo, agenzie di viaggio, cinema (produzione e proiezione), organizzazione di corsi ed eventi, rappresentazioni artistiche, produzioni musicali e teatrali, attività di musei, biblioteche, parchi, sport, intrattenimenti, creazioni artistiche e molto altro ancora».
«Servono dunque misure adeguate a tenere accesa la “fiamma” di quella infrastruttura gestionale diffusa e multiforme che rende accessibili, anima e arricchisce tanti diversi luoghi della cultura, musei, biblioteche, monumenti, borghi, percorsi , parchi, teatri , spazi culturali, cinema – si legge nell’appello -. Il rischio è che quando tutti questi saranno nuovamente riaperti, non ci saranno più le energie imprenditoriali necessarie a tutto questo, dai servizi al pubblico dei grandi musei ma anche ai tanti presidi culturali e beni comuni che costellano la penisola, le cui gestioni solo in parte sono assicurate direttamente dal pubblico. Le perdite di oggi significano il venir meno di imprese e lavoro che hanno garantito fino ad oggi la tenuta del sistema, la coesione sociale ed hanno contribuito alla crescita di visitatori e introiti negli anni precedenti. Interi settori sono bloccati dalla fine di febbraio. Spesso parliamo anche di piccole e micro imprese che non hanno la possibilità di sopravvivere a un periodo prolungato di stop al lavoro. Ma in un settore così labour intensive il rischio è per tutti».
«Auspichiamo – concludono – che vengano accolte le nostre proposte di integrazione al decreto Cura Italia, che vanno in direzione di una maggiore trasversalità, privilegiando non il singolo settore ma l’intera filiera, e non solo alcuni ma tutti i lavoratori. Per i prossimi provvedimenti chiediamo che ci siano decisioni con un orizzonte temporale più ampio per sopravvivere all’emergenza e per il dopo emergenza: cassa in deroga per tutto il 2020, congelamento di tutti i versamenti contributivi per un periodo più ampio, fondi straordinari messi a disposizione di tutte le imprese culturali e creative, fondi per ricerca e sviluppo. Turismo, Cultura, Spettacolo, Editoria sono assi portanti della nostra economia, fondamentali per ridare una speranza e un futuro al Paese. Il riconoscimento di questo mondo con uno status normativo adeguato non è più rinviabile. Le cooperative, con la loro resilienza, sono pronte a fare la loro parte, ma servono decisioni per tutte le filiere di questi settori per potersi rialzare dopo questa emergenza».
Nella foto: immagine tratta dalla pagina Facebook della biblioteca comunale di Imola ed il logo di Alleanza delle Cooperative