Coronavirus: CoderDojo Ozzano insegna a programmare videogiochi a distanza
Anche la sezione ozzanese di CoderDojo scende in campo contro il Coronavirus, aiutando i più piccoli a tenersi impegnati nelle giornate a casa lontano da scuola. Il nome può sembrare ostico ma la loro attività è semplice, quanto importante. Coder signif ica programmatore mentre dojo in giapponese palestra. Si tratta di un club di volontari, istituito nel 2003 a Dublino e oggi presente in molti paesi, il cui obiettivo è l’insegnamento della programmazione informatica ai ragazzi dai sette a diciassette anni.
A Ozzano sono attivi dal 2017, una decina di membri in tutto, tra cui i fondatori Luca Benassi e la moglie Maura Sandri, rispettivamente consulente informatico e astrofisica del laboratorio Guglielmo Marconi. Nei loro incontri, gratuiti, va per la maggiore la programmazione di un videogioco, quasi sempre ideato dagli allievi (o ninja, come vengono chiamati), ma stanno riscuotendo un certo interesse anche i modelli statistici sulla diffusione della pandemia in corso. (t.f.)
Ulteriori particolari nel numero del Sabato sera del 19 marzo
Immagine tratta dal sito internet di CoderDojo Ozzano