Torna in libreria la scrittrice medicinese Caterina Cavina con l”ultimo romanzo «Le radici dei fiori»
Sono passati sette anni dall’ultima fatica letteraria di Caterina Cavina, autrice medicinese di alcuni romanzi di grande successo, tra i quali il bestseller «Le ciccione lo fanno meglio» (Baldini e Castoldi). In questi giorni troviamo in libreria, per la casa editrice Pendragon, «Le radici dei fiori», il suo ultimo romanzo. Arianna è una fragile ragazza e albina, vive assieme ad un esercito di gatti e brucia nell’alcol la sua esistenza. Un giorno decide di entrare in una clinica per disintossicarsi e lì inizia un viaggio tra una serie di personaggi che sono ai margini della società, ma che diventeranno il suo mondo: un mondo crudo e doloroso, ma anche pieno di amore e di gioia, perché in fondo, chi sta dentro la clinica, non è così diverso da chi sta fuori.
Caterina, ti abbiamo atteso tanti anni, cosa ti ha bloccato in questo lungo periodo?
«Molte cose, diciamo che quando cominci a scrivere una storia così, basata su fatti veri, sia tuoi che di altri, entri in un labirinto infinito, quasi senza uscita, come succede ad Arianna, la protagonista, quando varca la soglia della clinica psichiatrica, solo che lei non ha il filo di lana per uscirne fuori, ma solo la sua umanità. Scrivere di cose personali è difficilissimo perché c’è la tua vita che scorre, e quella è sempre ingovernabile. Avrò fatto almeno dieci stesure, se non di più, scritto e tagliato, molte storie per esempio alla fine sono rimaste fuori, erano belle secondo me, ma affondavano la trama… finivi di leggere e ti ritrovavi in un mare colloso di sofferenza umana». (co.pe.)
Leggi l”intervista completa su «sabato sera» del 19 marzo
Nelle foto Caterina Cavina e la copertina del suo ultimo libro