Medicina «zona rossa» contro il virus – Si può vivere senza l’editoriale di Eugenio Scalfari?
Venerdì 20 marzo, Medicina «zona rossa». Oggi mi sono svegliato con altre brutte notizie. Nuovi contagi e la morte del nonno di un caro amico. La cosa peggiore è che lui, il nipote, è in Francia e non è potuto stargli vicino in queste giornate. Mio padre l’ha capita, ora finalmente resta in casa. L’ultima sua richiesta risale a ieri: se vai da Dario compra la colatura di Alici. La colatura di alici? Quel se vai è importante, perché fino a pochi giorni fa ci sarebbe andato da solo. Quando io (quarantacinque anni in buona salute) già stavo barricato in casa, dieci giorni fa, lui usciva tutte le mattine per comprare il giornale e prendere il caffè al Bar Anna. Ho insistito, ma nulla da fare. Scalfari e quei due ceffi del bar, non riesce a farne a meno. Lui a vagare in centro e mia madre al gattile a dar da mangiare ai randagi. È più comprensibile la motivazione di mamma, non c’è dubbio.
Nel grande bailamme di flash mob, challenge e iniziative di vario tipo, la maestra di musica ha deciso di chiedere ai suoi allievi di registrare un brano e postarlo sulla pagina Facebook della scuola. Mia figlia sta suonando la Sonatina di Ladislao Dussek da tre giorni consecutivi. Sto impazzendo. Sono come Jack Nicholson in Shining. Il mattino ha l’oro in bocca.
Uno dei miei più carissimi amici è positivo a questo maledetto virus. Sta bene per fortuna, anche moglie e figli. Oggi mi ha chiamato per dirmi che ha dimenticato di ordinare alcuni viveri fondamentali all’Asp (che gli consegna la spesa e porta via il pattume). Così domani mi avventurerò all’esterno per acquistare un triangolo di Parmigiano, un quarto di formaggio a pasta molle e tre sacchetti di insalata già lavata, gli lancerò la sportina in cortile come fosse una bomba a mano. Lo faccio volentieri, amico mio, torneremo a camminare assieme. D’altra parte, oggi ho tentato di fare la spesa su Easycoop, me la consegnano il 21 aprile, il giorno del mio compleanno. Per finire in bellezza questa sera il pattume lo porta via mia moglie, mannaggia. (Corrado Peli)
Nella foto: Corrado Peli mentre fa la spesa