Coronavirus, 124 positivi nell”imolese. Venturi: “Test su medici e infermieri asintomatici”. L”invito agli imprenditori: “Facciamo lavorare le persone da casa”
Piccola parziale buona notizia dal consueto bollettino sanitario della Regione: nessun decesso nella zona del circondario di Imola nelle ultime ventiquattro ore a causa del Covid19. Questo non vuol dire che non siano in aumento i malati saliti a 124 cioè 11 in più di ieri: 8 sono residenti a Medicina, 2 a Imola e 1 a Castel Guelfo. Questa mattina erano 9 le persone positive ricoverate in Terapia intensiva nell”ospedale di Imola e 40 nel reparto dedicato del 4° piano.
Tra i casi positivi accertati del circondario (compresi i 13 morti) gli uomini sono più del doppio (90) delle donne (34) confermando l”andamento del virus anche a livello regionale. Nel dettaglio, 94 sono residenti a Medicina, 20 a Imola, 4 a Castel San Pietro, 2 a Dozza, 2 a Castel Guelfo, 1 a Borgo Tossignano e 1 a Casalfiumanese. Le classi d”età più frequenti sono quelle dai 64 ai 84 anni (15 hanno 85 e più anni, 37 tra i 75 e gli 84 anni, 40 tra 65 e i 74 anni, 32 tra i 14 e i 64 anni).
Dal resto dell”area di Bologna, invece, non vengono buone notizie: ci sono stati 5 morti in più rispetto a ieri e 59 malati, 341 in tutto. Complessivamente i decessi in Emilia Romagna sono passati dai 461 di ieri a 531, quindi 70 in più. In tutta la regione sono stati ampiamente superati i 5.200 casi, 689 in più oggi rispetto all’aggiornamento di ieri. Una soglia psicologica difficile da affrontare, con l”Emilia Romagna seconda per casi solo alla Lombardia. Le persone in isolamento a casa con sintomi lievi sono 2.196 e 260 in terapia intensiva, cioè 13 in più rispetto a ieri. Per fortuna crescono anche le guarigioni: 177 oggi (ieri erano 152).
“Siamo già partiti con i test dei tamponi sugli operatori sanitari”. Ha detto il commissario regionale per l’emergenza Coronavirus, Sergio Venturi, nel consueto appuntamento quotidiano sulla pagina Facebook della Regione, dopo l”annuncio di un paio di giorni fa di aver avviato un piano di potenziamento del numero dei test tra le persone asintomatiche. Si comincia dai dipendenti del Servizio sanitario regionale e del privato convenzionato “e poi tra i loro contatti” per evitare che proprio medici e infermieri possano diventare involontari trasmissori di contagio. “Lo abbiamo deciso per seguire le nuove indicazioni dell’Oms e per creare le condizioni affinchè gli operatori sanitari possano essere il più tranquilli possibile nello svolgimento del loro lavoro”.
Da ultimo, oltre all”ormai abituale ammonimento a rimanere in casa, anche un invito agli imprenditori: “Favoriamo il lavorare a casa delle persone dove possibile“. (l.a.)
Io abito nell’imolese territorio di molte cooperative, che dovrebbero stare più attente al sociale e chiudere le produzioni, e non far lavorare la gente addirittura senza dpi