Coronavirus, attivata a Medicina l’équipe per i malati positivi in isolamento domiciliare del circondario
Riorganizzazione in corsa per l’Azienda usl di Imola. L’evoluzione dell’emergenza Coronavirus sta costringendo la sanità di giorno in giorno a modificare procedure e organizzazione. In particolare, l’Ausl ha deciso che, invece di aprire sul territorio alcuni ambulatori dedicati alle persone positive, come ipotizzato ad inizio settimana, si procede con un’équipe con medici di famiglia e infermieri territoriali dedicata per la verifica delle loro condizioni di salute, visite domiciliari, ma anche di eventuali ulteriori necessità.
Inoltre stata attivata una rete che vede coinvolti Comune di Medicina, Ausl, Asp, Protezione Civile, Sfera farmacie, Gruppo Hera e Conad per garantire i servizi essenziali al domicilio alle persone ammalate in isolamento.
L”équipe fa base a Medicina, dove c’è, ad oggi, la situazione più grave per numero di contagi. Contemporaneamente è stata chiusa la porta medicalizzata della Casa della salute di via Saffi (il medico e l”infermiere di turno sono dedicati all”équipe). Nei giorni feriali, i cittadini sono invitati quindi a contattare telefonicamente il proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta che darà loro le corrette indicazioni dopo aver valutato la situazione. L’Ambulatorio di continuità assistenziale (ex guardia medica) del sabato e prefestivi, dalle 8 alle 12 sarà attivo, ma con modalità di accesso regolato (le indicazioni da seguire sui cartelli). Nelle ore notturne e nelle giornate prefestive e festive sempre attivo il numero verde di Continuità assistenziale 800040050
Tanto per capirci sono seguite da questa équipe territoriale solo le persone con tampone positivo, ovvero malati accertati, che si trovano a domicilio. L”équipe telefona per la verifica delle condizioni di salute, ma anche di eventuali ulteriori necessità. Ad oggi sono stati già contattati telefonicamente tutti e solo in 4 casi il medico di medicina generale ha ritenuto di procedere con la visita domiciliare, che non è comunque stata seguita da un ricovero.
Chi si trova in isolamento domiciliare ma non ha sintomi, continua ad essere contattato invece dagli operatori della Sanità pubblica per la sorveglianza come avvenuto sin dall’inizio (sono loro che verificano e avvertono in caso di contatti stretto di persone positivo per avviare la quarantena-isolamento). Attualmente queste persone sono diverse centinaia sul territorio, sono in carico alla Sanità pubblica che avvia la procedura epidemiologica per risalire ai contatti stretti (ad esempio se una persona diventa sintomatica e poi positiva vanno in quarantena tutti i conviventi figli, genitori, fratelli…).
Per evitare equivoci, e viste le voci che circolano, è bene ricordare che viene fatto il tampone solo alle persone che si trovano in isolamento quando presentano dei sintomi, prima di tutto febbre, oppure tosse, difficoltà respiratorie. (l.a.)