Coronavirus, il nuovo decreto del Governo. Cosa cambia nel circondario di Imola: chiusi pub e discoteche, musei e biblioteche
Ampliata di fatto la zona rossa, con “vincolo di evitare ogni spostamento” nell”intera Lombardia e in 14 province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Marche. Questo il nocciolo (articolo 1) del decreto approvato nella notte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e operativo da oggi. Nella nostra regione le province con le regole più rigorose sono Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini. Da queste zone, ad esempio, è vietato entrare o uscire ad eccezioni dei casi indicati nel decreto stesso (motivi di lavoro o di salute). La polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando.
Nelle altre province dell’Emilia Romagna, quindi anche nei dieci comuni del Circondario di Imola, valgono le indicazioni per il contenimento previste per l’intero territorio nazionale (articolo 2), che conferma fino al 3 aprile molte delle indicazioni già in vigore a partire dallo stop per eventi e manifestazioni sia nei luoghi pubblici che privati che possono rappresentare un rischio di infezione per troppa presenza di pubblico e l’impossibilità di garantire la distanza di sicurezza di 1 metro.
Inoltre, per le persone dai 65 anni in su c’è la rinnovata raccomandazione di non uscire di casa se non per motivi di stretta necessità.
Altre indicazioni sono quelle che giravano da tempo: sospesa, sempre fino al 3 aprile, l’attività di cinema, teatri, discoteche e pub, sale da ballo e scuole di ballo, sale slot, sale scommesse e sale bingo, musei e biblioteche e altri luoghi culturali, gite scolastiche e scambi o gemellaggi, così come congressi e meeting e corsi professionali, in luogo pubblico e privato, che creino un affollamento tale da far mancare il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato.
Ristoranti e bar possono tenere aperto a condizione che il servizio sia fatto solo per i posti a sedere e i clienti siano nelle condizioni di stare a distanza di almeno un metro tra loro (la distanza di un braccio steso). La violazione delle norme prevede la sospensione dell”attività. Le altre attività commerciali devono consentire l’accesso ai locali in modo contingentato e evitare assembramenti di persone tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico e ovviamente deve essere mantenuta la distanza di un metro tra i visitatori. Stessa cosa per i luoghi di culto, sospese le cerimonie civili e religiose compresi i funerali.
Lo sport di base e le attività motorie in genere svolte all”interno di palestre, piscine e centri sportivi sono ammessi solo se si può rispettare la distanza di un metro tra le persone.
Qualora sia possibile si chiede ai datori di lavoro di favorire al fruizione di periodi di congedo o ferie e delle modalità di lavoro “agile” (legge 81 del 2017). Ovviamente si rinnova la prescrizione del divieto assoluto er chi è in quarantena di lasciare la propria abitazione. Per le scuole e le università invece si conferma la sospensione dell’attività didattica, per ora, solo fino al 15 marzo. (r.cr.)