Coronavirus, primo caso a Imola, a Medicina sono 16. L”invito agli anziani: “Soprassedere ai momenti di socialità”. Allo studio restrizioni per piscine, palestre e corsi di ballo
Ad oggi parliamo di 17 casi complessivi di Coronavirus nel territorio del circondario imolese (15 uomini e 2 donne). A dirlo è stato in conferenza stampa da Bologna Sergio Venturi, l’ex assessore regionale alle Politiche per la salute richiamato come commissario ad hoc dal presidente Stefano Bonaccini dopo che l’assessore Raffaele Donini è risultato positivo al virus. Dei positivi ben 16 sono residenti a Medicina ed uno a Imola. 10 sono ultrasettancinquenni, 4 hanno tra i 66 ed i 75 anni e 3 tra i 54 e i 65 anni. Le persone ricoverate a Bologna sono 6, di cui una in Terapia intensiva, ma in condizioni stabili, le altre sono casa.
Le persone asintomatiche, in isolamento domiciliare fiduciario e precauzionale, per aver avuto contatti con soggetti risultati positivi, sono 70 (ad oggi). “Un numero che è chiaramente destinato a crescere con l’avanzare delle indagini epidemiologiche che l”Igiene e Sanità pubblica svolge su ciascun caso positivo” precisano dall’Ausl di Imola. I tecnici dell”Azienda sanitaria sono impegnati in particolare a Medicina dove tutti i casi di malati (a parte uno) sono frequentatori di un centro sociale che già da lunedì, come altri della cittadina, aveva preferito chiudere autonomamente dopo che erano uscite le indicazioni del decreto dell’1 marzo, quindi prima che si sapesse dei casi di positività.
“E’ la seconda bocciofila o centro sociale dopo quella della Lombardia dove si sono infettate molte persone – ha dichiarato con forza il commissario Venturi -, raccomando fortemente agli anziani di soprassedere per alcune settimane ai momenti di socialità. Stiamo valutando con attenzione insieme al Governo – ha aggiunto – provvedimenti più restrittivi anche per palestre, piscine e corsi di ballo. Ma rinnovo l’invito: questa malattia ha un tasso di letalità diversissimo a seconda dell’età, non ci possiamo permettere che delle persone si infettino giocando a bocce perché non sono persone che si possono poi curare a casa”. (l.a.)