Le spese che si possono ancora pagare in contanti e i casi in cui è necessario il pagamento tracciabile
Detto dell’ultima legge di bilancio e della novità in sede di denuncia dei redditi, quali sono le spese che si possono ancora pagare in contanti? Prestazioni sanitarie, rese dalle strutture pubbliche o dalle strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Medicinali acquistati in farmacia con scontrino «parlante». Dispositivi medici, ad esempio: occhiali da vista; lenti a contatto e soluzioni per lenti a contatto; apparecchi acustici; cerotti, bende, garze e medicazioni avanzate; siringhe; test di gravidanza; termo- metri; apparecchi per aerosol; apparecchi per la misurazione della pressione arteriosa; pannoloni per incontinenza; prodotti ortopedici (ad esempio tutori, ginocchiere, cavigliere, stampelle e ausili per la deambulazione in generale); ausili per disabili (ad esempio cateteri); prodotti per dentiere (ad esempio creme adesive, compresse disinfettanti); materassi ortopedici e materassi antidecubito; igienizzanti e mascherine, purché riconosciuti dal ministero della Salute. «Per essere deducibile – sottolinea Gilberta Camorani – il costo deve risultare da uno scontrino fiscale “parlante” o da una fattura, con indicati la tipologia del prodotto e il codice fiscale dell’acquirente. Oltre al documento di spesa, per i dispositivi medici è necessario conservare anche la documentazione relativa alla marcatura CE, ossia la dichiarazione o certificazione di conformità, stampata sulla confezione».
Al contrario, invece, quali sono i casi in cui è necessario il pagamento tracciabile? In base a quanto previsto dall’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir), forniamo qui di seguito alcuni esempi: prestazioni rese da medici o professionisti privati non accreditati al Servizio sanitario nazionale; spese scolastiche per frequenza asili/scuola/università (tasse di iscrizione, trasporto scolastico, mensa, gite); spese per minori con certificato di disturbo specifico dell’apprendimento; affitto per studenti universitari fuori sede; attività sportive dei figli minorenni (limite di detrazione 210 euro); cure termali; spese veterinarie (limite di detrazione 500 euro annui); abbona- menti (mensili o annuali) ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale, interregionale; interessi passivi mutui prima casa (comprese spese notarili); intermediazioni immobiliari per abitazione principale; visite di rinnovo patente; spese per la badante; spese funebri; erogazioni liberali; premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni; previdenza complementare; spese bonifiche consortili. (r.e.)