Il futuro del Fablab Imola, più formazione e più sedi
Un luogo di innesco, una biblioteca tecnologica, un laboratorio di fabbricazione digitale dove dare spazio alla creatività e far nascere nuovi oggetti e progetti, una palestra dove esercitarsi a fare impresa prima di avviare una start up, un punto di incontro. Non esiste una definizione univoca per il Fablab Imola, perché eterogenee sono le sue finalità, l’utenza e, da un anno a que- sta parte, anche le sue sedi. Nato cinque anni fa, negli ultimi mesi è diventato uno spazio «diffuso» nelle scuole di Imola: da maggio 2019 è al liceo scientifico Valeriani ed è uno dei 13 Laboratori territoriali per l’occupabilità (Lto) finanziati anche dal ministero dell’Istruzione; da settembre è operativo anche all’interno della scuola media Orsini e da inizio gennaio si è aggiunto quello alla scuola media Valsalva, nell’ex casa del custode e che diventerà la sede di ri- ferimento. In quest’ultimo caso, l’inaugurazione è prevista per sabato 29 febbraio, dalle ore 15 (il programma è nella scheda sotto). «Qui abbiamo un’entrata indipendente, che non ci vincola agli orari scolastici – ci spiega il coordinatore, Emilio Masi, mentre fa da sottofondo il ronzio di una stampante 3d in azione -. In accordo con il Comune e la scuola, a fronte della ristrutturazione degli ambienti e dell’organizzazione di attività gratuite per le classi, possiamo utilizzare gli spazi in comodato gratuito».
Al giro di boa dei cinque anni sono tante le novità del Fablab Imola, come ci spie- ga Marco Martelli, ideatore e tra i soci fondatori di que- sta iniziativa: «Il 28 febbraio 2015 – ricorda – inauguravamo gli spazi all’interno dell’Istituto Alberghetti. Scaduta la convenzione qua- driennale, abbiamo scelto di diffonderci sul territorio puntando sulla formazione e sulle attività didattiche per le scuole, pur mantenendo lo spirito iniziale. Per far questo, circa un anno fa, abbiamo avviato una collaborazione con la cooperativa sociale imolese Officina Immaginata, che si occupa di servizi educativi e culturali e che permette di aggiungere alla nostra parte tecnologica le competenze in ambito formativo-pedagogico». (lo.mi.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 20 febbraio.
Nella foto: parte dello staff del Fablab Imola