L’appello della cicloguida imolese Stefano Dalfiume: «Pedalare veloce per creare anche i servizi per le bici»
«Il momento è questo, non dobbiamo dormirci sopra perché il mondo pedala veloce e rischiamo di rimanere indietro almeno di una ruota». Stefano Dalfiume sceglie non a caso la meta- fora ciclistica per spiegare quanto sia importante che il territorio imolese si attrezzi ad accogliere al meglio una fetta di turismo, quello che si muove in bicicletta, in grande crescita.
Difficile trovare sul territorio qualcuno più esperto di lui in materia: proprio domenica scorsa Dalfiume ha conseguito l’attestato di abilitazione come guida ciclo- turistico-sportiva da parte della Federazione Ciclistica Italiana, ma da tempo svolge l’attività di cicloguida ed è istruttore di primo livello e direttore sportivo, titoli che gli consentono di allenare anche bambini dai 6 ai 12 anni. «C’è un’utenza che sta crescendo – prosegue -. In particolare l’utenza e-bike (si tratta delle biciclette elettriche o a pedalata assistita, ndr) deve essere gestita e accolta. Parliamo di persone che, grazie a questo mezzo, possono affrontare percorsi che con la bici tradizionale non potevano fare e che sono attratte dagli aspetti culturali del territorio e non più soltan- to da quelli legati alla perfor- mance fisica. Nei tour che ho guidato di recente, non mi si chiedeva più solo quanto era lunga una salita, bensì l’anno di costruzione di una chiesa o altre informazioni sugli aspetti culturali ed enoga- stronomici della zona. Anche le cicloguide devono essere più erudite e preparate». (mi.ta.)
Nella foto: la guida ciclo-turistico-sportiva Stefano Dalfiume