L”ultima frontiera della risonanza magnetica è in funzione a Imola nel poliambulatorio Zappi Bartalena
È l’ultima frontiera nel campo della risonanza magnetica la nuova macchina in funzione dal 13 gennaio nel poliambulatorio Zappi Bartalena di Imola. L’apparecchio, un modello «Sola xq» dell’azienda tedesca Siemens, è stato presentato nei giorni scorsi dai titolari dello studio medico, Maria Teresa Zappi e Dario Bartalena, insieme al figlio Tommaso, anch’egli medico e addetto specificatamente all’utilizzo della nuova arrivata. «Si tratta della seconda macchina in Italia con queste caratteristiche e la prima in Emilia Romagna, l’altra è in dotazione all’ospedale Bambin Gesù di Roma – sottolinea la dottoressa Zappi -. Ogni dieci, quindici anni avviene una evoluzione tecnologica nelle attrezzature mediche. In questo caso, si tratta di un’evoluzione importante nel campo della risonanza magnetica e noi abbiamo voluto subito acquisirla, anche se la precedente era ancora validissima e perfetta dal punto di vista degli standard clinici, infatti l’abbiamo venduta ed è tuttora operativa sempre a Roma».
Le caratteristiche innovative della nuova risonanza, che ha richiesto un investimento superiore al milione di euro, cui si aggiungono i costi di manutenzione e di gestione, sono state illustrate dalla stessa Zappi. «Innanzitutto – spiega – la macchina usa per la prima volta l’intelligenza artificiale: riconosce le caratteristiche corporee del paziente ed è in grado di scegliere il programma di indagine che consente di avere le migliori immagini possibili. Poi ha un tunnel ultracorto adatto anche a pazienti claustrofobici, ma di 70 centimetri di diametro, dieci più del precedente, che permette di trattare pazienti di ogni corporatura». E via via la dottoressa snocciola tanti altri vantaggi dell’apparecchio top di gamma della Siemens: una più alta definizione e dettaglio delle immagini, la velocità di esecuzione degli esami (per i più semplici si impiegano appena sei minuti), la massima silenziosità che migliora il confort dei pazienti, le bobine multicanali che permettono un’ottima ricezione (in sostanza: i canali sono le «orecchie» che captano il segnale proveniente dai tessuti analizzati e lo trasformano in immagini) e i gradienti elevati, che consentono di compiere un’analisi di tessuti per i quali prima non era possibile agire. (mi.ta.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 13 febbraio
Nella foto da sinistra: Dario Bartalena, Maria Teresa Zappi e Tommaso Bartalena