Motori, quarant’anni di carriera per Valter Bartolini: «Vinco, quindi continuo»
Se nelle moto esistesse un campionato triathlon, probabilmente Valter Bartolini ne sarebbe il re incontrastato anche ora che insegue le 56 primavere, che raggiungerà il prossimo Ferragosto. I suoi 40 anni di carriera sono un meraviglioso esempio di versatilità, dedizione, tenacia, coraggio, oltre che simbolo e manifesto di longevità agonistica di un motociclismo lontano dai riflettori dei grandi media e nel quale la passione prevale nettamente sul business. Fantasticando, potremmo dire che, se fosse stato un top driver della velocità, avrebbe sfidato tutti, da Kenny Roberts a Marc Marquez, attraversando le generazioni e adattandosi perfettamente all’evoluzione delle numerose moto guidate anche nel cross e nel motard.
E non è finita, perché Bartolini è intenzionato a scrivere altre pagine della sua incredibile storia fatta di tante vittorie, ma anche di molti sacrifici. Con in testa un’aspirazione folle e affascinante nello stesso tempo, correre sul circuito stradale più antico e pericoloso del mondo: quello del Tourist Trophy sull’isola di Man. «E’ un sogno che poteva concretizzarsi ai tempi in cui disputavo il campionato canadese – ci ha rivelato Bartolini -. Ma non ci fu seguito. La voglia di andarci mi è rimasta dentro e, se un team me lo proponesse, accetterei. Non prima però di aver imparato bene il percorso. So che è molto difficile e rischioso correre là, ma io ho sempre pensato che se è destino che uno debba farsi male, gli può succedere ovunque». (a.d.p.)
L”intervista completa su «sabato sera» del 16 gennaio.
Nella foto: Bartolini insieme a Dovizioso