A Montecatone arriva l” «esoscheletro antropomorfo» per aiutare a camminare le persone con lesione spinale
Migliorare le abilità motorie delle persone con lesioni spinali, garantendo loro una qualità di vita sempre più elevata. Il tutto grazie a un «esoscheletro antropomorfo», un dispositivo molto tecnologico messo a punto per aiutare i pazienti a camminare. E’ questo il senso del progetto di ricerca, promosso e coordinato dall’Istituto di Scienze neurologiche di Bologna e in partenza proprio nel 2020, al quale il Montecatone Rehabilitation Institute partecipa come principale centro di sperimentazione quantitativa. Il progetto è finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del bando Ricerca finalizzata 2018 e rientra nella sempre più stretta collaborazione tra l’istituto bolognese e Montecatone, che in futuro potenzierà la condivisione di competenze ed attività nell’ambito di neurologia e neuroriabilitazione.
Al momento è stata già attestata la sicurezza dell’esoscheletro, mentre sono in corso altri filoni di ricerca mirati a valutare la capacità funzionale dell’apparecchio a migliorare il cammino e le abilità motorie in generale e gli effetti sul sistema nervoso centrale. Lo studio servirà dunque anche a comparare la riabilitazione classica del cammino con e senza il dispositivo.In dettaglio, l’esoscheletro permette alle persone con lesione spinale, con il controllo medico e la guida di un fisioterapista esperto, di mantenersi in posizione eretta e di muoversi correttamente sul suolo, gestendo autonomamente il peso corporeo aiutandosi con le braccia con un appoggio mobile. L’apparecchio consente di muovere le gambe attraverso motori a batteria ricaricabile che sostituiscono le funzioni neuromuscolari, mentre la camminata si ottiene attraverso sensori che rilevano il peso spostato e innescano i passi.
L’intero sistema è poi controllato da una centralina computerizzata che si trova, con le batterie, all’interno di uno zaino portato sul dorso dal paziente. Un controller portatile munito di display, collegato via cavo all’esoscheletro, controlla la programmazione e il monitoraggio dei parametri. Grazie all’apparecchio, la persona può muoversi in sicurezza già durante le prime sessioni, con una programmazione graduale che aiuta nella progressione dell’apprendimento, anche se il fisioterapista dovrà sempre assisterla durante la seduta riabilitativa. Per quanto riguarda, infine, le modalità e i tempi della sperimentazione, la sua fase operativa durerà 18 mesi e vi parteciperà una quarantina di persone. (r.cr.)
Nelle foto l”esoscheletro e una persona che cammina con l”aiuto del dispositivo