Attacco hacker alla Cefla, informatici al lavoro per il ripristino ma dipendenti ancora a casa da lunedì
Gli hacker hanno preso di mira la Cefla. Da ormai cinque giorni l’attività della cooperativa è stata quantomeno drasticamente rallentata da un ransomware «un virus informatico che ha reso inaccessibili i dati dei sistemi aziendali – spiegano in una nota diramata oggi dall’azienda, ma rassicurano -. Sono ancora in corso le procedure di sicurezza, attivate tempestivamente nel rispetto dei protocolli da tempo operativi, grazie ai quali Cefla può assicurare la capacità di ripristino dei backup al 100%. A scopo precauzionale sono stati spenti tutti i server e sono state avviate approfondite verifiche sistematiche di ogni apparecchiatura, al fine di verificare eventuali effetti del virus e di eliminare in modo radicale la minaccia».
Gran parte dei dipendenti della cooperativa è a casa dal lavoro da lunedì e, a turno, stanno tornando al lavoro per fare dei test sui singoli computer. Ad oggi, però, non si sa ancora con esattezza quando la situazione tornerà alla normalità. «Stiamo analizzando e monitorando attentamente e costantemente la situazione – afferma il presidente di Cefla, Gianmaria Balducci -. Una volta terminati gli accertamenti e messi in sicurezza i singoli pc e i server, procederemo a riattivare i sistemi. Al momento non ci sono le condizioni per indicare quando sarà completato il riavvio di tutti i servizi».
La Cefla non è l’unica azienda finita nel mirino degli hacker. La scorsa estate, ad esempio, diversi stabilimenti della multinazionale Bonfiglioli Riduttori erano stati intaccati da un virus che aveva cifrato, rendendo quindi non utilizzabili, molti dati aziendali. In parallelo, era arrivata una richiesta di riscatto (340 Bitcoin pari a circa 2,4 milioni di euro), che l’azienda aveva deciso di non pagare, lavorando con un pool di informatici per ripristinare il tutto. (gi.gi.)
Nella foto: l’esterno della Cefla sulla Selice