Quali soluzioni per i centri storici delle medie città? Anche un sociologo e un urbanista al convegno
Centri storici delle medie città: declino o rinascita? E’ il tema del convegno organizzato dall’associazione culturale Codronchi Argeli per domani, giovedì 16 gennaio, nella sala del Circolo Sersanti in piazza Matteotti (ore 20.30). Relatori della serata saranno Giandomenico Amendola, già professore ordinario di Sociologia urbana della facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e al Politecnico di Bari, che ha insegnato e svolto ricerche anche al Mit (Massachusetts Institute of Technology), ed Ennio Nonni, architetto e urbanista, già dirigente del Comune di Faenza e di sei Comuni dell’Unione della Romagna faentina.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il Centro studi Luigi Einaudi di Imola, la Consulta delle libere professioni della Fondazione Crimola, Università aperta e il Centro studi Alcide De Gasperi. «Per un reale cambiamento di abitudini e per una rigenerazione del centro storico – spiega Pierangelo Raffini, coordinatore dell’associazione Codronchi Argeli – serve almeno un mandato (5 anni), perché certi cambiamenti non avvengono rapidamente e sono frutto di una serie di interventi e azioni, anche sperimentali. Occorre un “patto della città” tra associazioni d’impresa, imprese e Amministrazione, perché il centro storico è di tutti». E puntualizza: «Non vogliamo dare connotazioni politiche all’iniziativa e non vogliamo giudicare da un punto di vista politico le scelte fatte finora, perché non lo riteniamo costruttivo. Portiamo un urbanista e un sociologo perché l’intento, invece, è dare chiavi di lettura differenti, non solo in merito al commercio ma anche alla riqualificazione per esempio degli immobili stessi nelle vie secondarie, dove si possono dare agevolazioni per ristrutturare favorendo l’aumento della popolazione residente. Per me il centro storico è la memoria di una città. Bisogna trovare delle occasioni che riportino le persone a frequentarlo, giovani compresi. Oggi il modo di acquistare è cambiato, si compra su Internet anche se c’è un bel centro. La soluzione la si deve trovare insieme. Parliamone, confrontiamoci».
Per il sociologo Amendola «la città in cui viviamo oggi – spiega- sta diventando una città assolutamente nuova rispetto al passato e quando si parla di“rinascimento urbano” si vuole intendere anche questo. Il primo elemento nuovo è la città, il cui futuro non è più scritto nel passato. Circola una frase in Europa: “Le città che avranno un futuro sono solo quelle che lo hanno già scelto”. E qui subentra il secondo elemento: la globalizzazione. Le città devono re-inventarsi per competere su scale molto più vaste, i capitali sono scarsi, le persone sono date, quindi si deve competere per attrarre capitali e persone, sia famiglie che imprese che visitatori e così via». (r.cr.)
Nella foto Giandomenico Amendola