Giovane investito e ucciso, Vincenzo Iorio rimane in carcere ma il gip esclude l”aggravante dei futili motivi
Resta in carcere Vincenzo Iorio, 43 anni, accusato di aver investito in via Mameli con la Jeep, di proposito, Mohamed Amine El Fatine, 24 anni. Oggi il gip Alberto Ziroldi ne ha convalidato l”arresto con l”accusa di omicidio volontario. “Ma il giudice ha escluso l”aggravante dei futili motivi – sottolinea il suo legale, Luca Sebastiani -. E” un esito che non ci sorprende considerata la pesante contestazione e il breve lasso temporale trascorso dal fatto”.
All”origine di tutta la vicenda ci sarebbe la rapina di un iPhone subita dal figlio 17enne di Iorio pochi giorni prima che, stando a quanto denunciato da padre e figlio alla polizia, sarebbe stata messa in atto proprio da El Fatine con la minaccia di un cacciavite. Un episodio al quale è seguita, il 3 gennaio, una violenta lite in via Appia nel corso della quale il 43enne e il 24enne sono arrivati pesantemente alle mani (il giovane ne era uscito con una prognosi di 10 giorni per ferite medicate in pronto soccorso, mentre Iorio era stato denunciato per lesioni dalla polizia).
Le indagini della polizia, coordinate dalla pm felsinea Anna Maria Cecilia Sessa,però, sono ancora in corso perché vi sono diversi punti da chiarire. Iorio ha sempre sostenuto, sia con la polizia che davanti al gip, che la sera dell”Epifania, in quel vicolo del centro storico, non aveva intenzione di uccidere El Fatine, bensì di volerlo solo bloccare per dirgli di lasciare in pace il figlio, perché, a suo dire, avrebbe continuato a minacciare il figlio. Nella concitazione del momento, però, ha sbagliato la manovra, centrando il giovane con la Jeep. Sulla dinamica dell”investimento è stata disposta anche una perizia cinematica.
“Nei prossimi giorni valuteremo se rivolgerci al tribunale del Riesame o presentare istanza di applicazione degli arresti domiciliari” conclude il legale di Iorio. (gi.gi.)
Nella foto la polizia in via Mameli dove è stato investito El Fatine (Isolapress)