Via libera alla variante al Rue, il commissario Izzo approva le modifiche chieste dai tecnici
Il commissario Nicola Izzo già nel suo primo incontro con la stampa si era pronunciato in riferimento alla Variante 3 al Rue, una priorità rimasta in sospeso dopo le dimissioni della sindaca Manuela Sangiorgi. E ieri, con una seduta pubblica inusuale in caso di commissariamento, sono stati approvati vari atti di competenza del Consiglio comunale, compresa la Variante 3 al Regolamento urbanistico (Rue) nella versione che recepisce e contiene le controdeduzioni che modificano lo strumento urbanistico ad oggi in vigore. «Ho convocato questa pubblica assemblea in modo tale che si sappia che cosa via via viene approvato con i poteri del Consiglio nell”interesse della città – ha commentato il commissario Izzo – L”intendimento è dare la massima pubblicità possibile e trasparenza all”azione amministrativa che andremo a svolgere io e i miei colleghi, nell”attività di gestione del Comune di Imola».
Nello specifico della famosa e contestata Variante “le modifiche sono state apportate per consentire l’utilizzo dei locali accessori e per ridefinire la monetizzazione degli spazi urbani da parte dei privati, che è resa possibile al di sotto dei 400 metri quadri, con le stesse caratteristiche di salvaguardia del verde e delle infrastrutture ambientali previste per gli interventi pubblici” ha spiegato il commissario. La delibera è stata approvata con esecutività immediata quindi è immediatamente operativa.
Come detto, non ci sono più limitazioni alle dimensioni di porte e finestre nei locali accessori alle abitazioni, recependo in questo modo il parere dell”Ausl di Imola. Nello specifico, è scritto nella delibera che approva la Variante 3 al Rue: “Relativamente ai locali accessori, gli elaborati planimetrici a corredo del titolo edilizio devono riportare esplicitamente la dicitura superficie accessoria non abitabile. E dovranno trovare applicazione le definizioni tecniche uniformi e le prescrizioni del Pair”. In sostanza si “recepisce il parere dell’Ausl che ha evidenziato che nei locali accessori deve essere assicurato il corretto ricambio dell’aria naturale o meccanico per evitare condizioni di insalubrità, al contempo, si intende rendere inequivocabile che tali locali non sono superficie utile e non sono abitabili e tale condizione deve risultare chiara fin dal progetto allegato al titolo edilizio”.
Altri punti qualificanti, che arricchiscono la Variante approvata oggi rispetto a quella presentata in Consiglio comunale a fine ottobre e mai discussa, sono la riduzione dello spazio monetizzabile per parcheggi realizzati da privati ad uso pubblico, che passa da 500 mq a 400 metri quadri e l’introduzione di nuove norme secondo le quali i privati devono realizzare i parcheggi ad uso pubblico con le stesse caratteristiche di qualità (più grandi ed alberati) utilizzati dal Comune nella realizzazione di quelli pubblici.
“La modifica persegue l’obiettivo di aumentare la dotazione di posti auto pubblici in adiacenza agli insediamenti quando il numero dei posti auto supera le 13 unità ed inoltre di assicurare uno standard qualitativo elevato dei parcheggi pertinenziali privati a servizio degli insediamenti nonché di migliorare la vivibilità e qualità dell’ambiente urbano anche attraverso la riduzione dell’effetto ”isola di calore””.
Soddisfatta l’Associazione dei tecnici (Aite): «E’ da giugno che lottavamo per arrivare a questo – commenta il presidente, Giovanni Baruzzi -. Assieme al Tavolo delle imprese eravamo pronti a chiedere un incontro al commissario per spiegargli la situazione, ma non ce n’è stato bisogno. Da professionista, ha capito subito quali erano i punti fondamentali per la città».
Soddisfatti anche gli ex assessori Patrik Cavina, Claudia Resta e Claudio Frati del M5s che, nelle convulse giornate che seguirono le improvvise dimissioni della sindaca, hanno sempre rivendicato di aver cercato di far mofidicare e approvare il documento (l”allora assessore all”Urbanistica Patrizia Freddi decise di ritirarlo nella seduta del Consiglio comunale in cui si dimise formalmente la sindaca Sangiorgi, nonostante il testo fosse stato concordato in commissione in sua presenza quale giorno prima). Le forze politiche presero posizione contro questa scelta, a partire dal Partito democratico che parlò di un “dispetto alla città”.
“Le improvvise e immotivate dimissioni del sindaco Sangiorgi cambiarono le carte in tavola di una modifica chiesta a gran voce dall”Aite e da quella parte del M5S Imola che assisteva impotente alle assurde decisioni di un primo cittadino totalmente distaccato dalla realtà e dalle esigenze della sua comunità – scrivono ora Cavina, Resta e Frati -.Sollecitata da più persone anche via chat di whatsapp di coordinamento, la Sangiorgi ci rispose picche con un secco “Il Rue non si porta in Consiglio” del quale ancora oggi chiediamo il senso e la motivazione. Un evidente danno procurato alla comunità imolese, alla sua rete imprenditoriale ed al M5s Imola che ha sempre sostenuto tutti gli accorgimenti necessari per sviluppare e accrescere il valore della città”. Cavina era presente anche ieri in aula ad assistere alla seduta in rappresentanza del movimento pentastellato imolese.
Nella seduta di ieri sono stati approvati anche il Documento di programmazione con le priorità 2020-2023 e la definizione degli indirizzi per la nomina dei rappresentanti del Comune presso altri enti, nonché altri atti rintracciabili una volta in pubblicazione sull”Albo pretorio del Comune. (r.cr.)
Nella foto (Isolapress): il commissario Nicola Izzo durante la seduta pubblica di ieri