A Montecatone avviati allo sport (anche competitivo) oltre 2 mila pazienti
Lo sport come parte essenziale del processo riabilitativo dalla disabilità, stimolo al risveglio psicomotorio. O «carburante» per affrontare nuove, insperate, sfide proposte dalla competizione ai suoi più alti e nobili livelli, anche olimpionici.
Sono storie straordinarie quelle vissute dai pazienti del Montecatone rehabilitation institute, che dal 2003 si sono sottoposti a un’efficace metodica riabilitativa in cui la disciplina sportiva non è stata proposta come «passatempo » o come «un di più», bensì come tassello strategico dentro un più ampio mosaico terapeutico. Storie di rinascita e di nuovi obiettivi da centrare.
Negli anni, a Montecatone, dove ha sede la più grande Unità spinale d’Italia, è stata progressivamente incrementata l’offerta riabilitativa per soddisfare pazienti con differenti abilità neuromotorie nell’accostamento allo sport. E il bilancio è doppiamente importante: sia sotto il profilo quantitativo (nel 2019 è stata abbondantemente doppiata la boa del paziente numero 2.000 avviato allo sport), sia sotto il profilo qualitativo (con una decina di partecipazioni alle Paralimpiadi a far data dall’edizione 2008). Questo anche grazie alla collaborazione con il Comitato italiano paralimpico, che mette a disposizione la professionalità degli istruttori federali e l’utilizzo delle strutture d’area.
Attualmente le discipline praticate sono 13: nuoto, tennis e basket in carrozzina, tiro a segno, tiro con l’arco, tennis tavolo, scherma, golf, handbike, vela, canoa, sci, e arrampicata. Le attività connesse sono svolte in impianti sportivi per normodotati, una scelta adottata sin dal principio che ha consentito di far emergere aspetti positivi come il miglioramento dell’integrazione sociale dei pazienti.
«Perché – spiega Davide Villa, fisiatra, coordinatore Area day hospital e Ambulatori e responsabile del percorso di Rieducazione tramite gesto sportivo – il beneficio è sia clinico sia psicologico». Ovvero, riduzione dei rischi cardiovascolari, miglioramento della capacità respiratoria, degli scambi gassosi e dell’ossigenazione del sangue, incremento di forza muscolare, delle capacità motorie e della resistenza alla fatica, ricostruzione identitaria e dei rapporti sociali, incentivo ad affrontare le proprie difficoltà e valenza riabilitativa offerta dal puro piacere del movimento. (r.cr.)