Rifiuti: obiettivo raggiunto, ma più «microabbandoni»
Sono passati quasi tre anni e mezzo da quando a Imola è cominciato a cambiare il sistema di raccolta dei rifiuti. Un percorso a tappe che a poco a poco ha coinvolto tutta la città fino al centro storico, dove da luglio è attiva la raccolta porta-a-porta.Non senza difficoltà.
Rispetto a prima gli imolesi, infatti, hanno dovuto cambiare le loro abitudini, imparando a differenziare l’umido, a usare le tessere per aprire i cassonetti e a misurarsi con le calotte dell’indifferenziato, non proprio pratiche. Tutto questo è servito almeno a raggiungere gli obiettivi? Ci ha risposto Marco Poli, responsabile dei Servizi di igiene ambientale Hera per Imola e circondario.
«In ottobre – spiega – la raccolta differenziata a Imola si è attestata al 79,7 per cento. Nel 2015 era al 55 per cento, per cui è un ottimo risultato che permette di centrare in anticipo gli obiettivi fissati dal Piano regionale di gestione dei rifiuti, che per i comuni di pianura come Imola è del 79 per cento al 2020. Un altro dato significativo su Imola è che, con le varie fasi di riorganizzazione, si è drasticamente ridotta la quota di indifferenziato. Nel 2015 raccoglievamo 20.777 tonnellate all’anno. La stima annuale degli attuali flussi è circa 8.500 tonnellate, quindi abbiamo ridottol’indifferenziato del 59 per cento. In parallelo, si conferma l’aumento delle raccolte differenziate».
E per quanto riguarda la qualità di ciò che viene raccolto?
«In centro storico, con l’introduzione del porta-a-porta, sono state effettuate delle verifiche a campione certificate da un ente esterno. La qualità è risultata molto buona. La carta è al 98 per cento, la plastica al 90 per cento. Ne approfitto per ricordare che i contenitori di plastica devono essere buttati vuoti, perché altrimenti vengono considerati scarto. Il vetro viene raccolto ormai da anni e la qualità del 94 per cento è in linea con quella di tutte le campane sul territorio. La qualità dell’organico, invece, è all’85 per cento».
Infatti capita spesso di vedere all’interno dei bidoni dell’umido materiali non proprio consoni…
«Le impurità sono rappresentate in prevalenza da imballaggi in plastica o cartone, vetro o tessili, materiali che dovrebbero essere inseriti nelle apposite raccolte differenziate. Ma siamo nella media rispetto agli altri comuni. Ricordo ancora una volta che pannolini e assorbenti vanno nell’indifferenziato, così come gli alimenti liquidi, i mozziconi di sigaretta, le lettiere per animali, il legno. L’organico non deve essere inserito in sacchetti di plastica, ma di carta o compostabili, in distribuzione anche nelle edicole». (lo. mi.)
L’intervista completa sul numero del Sabato sera del 5 dicembre