La storia del ristorante San Domenico nel libro di Valentino Marcattilii e nei ricordi di Gianluigi Morini
Una tastiera del computer comprata a New York da imparare ad usare, le notti insonni dopo l’intervento al cuore, i ricordi che sgorgano spontanei, di una vita vissuta intensamente in cucina. Molto intensamente. Nasce così il libro «Il San Domenico, la mia vita» di Valentino Marcattilii e Mauro Bassini, con la prefazione di Massimo Bottura (Casa editrice Minerva, collana Ritratti di Gusto), presentato domenica scorsa, 1° dicembre, in una sala grande di palazzo Sersanti gremita come un uovo. «Si può dire che ho scritto delle memorie per imparare ad usare la tastiera del computer nuovo che, essendo pensata per il mercato statunitense, è diversa da quella che abbiamo in Europa – ha scherzato Valentino -. Scrivevo, scrivevo e alla fine mi sono accorto che avevo oltre 250 fogli pieni di storie. Ne ho parlato con Mauro Bassini ed Elisa Azzimondi, che avevano curato il libro di Massimiliano (Massimiliano Mascia, chef del San Domenico,nipote di Valentino, Ndr) e l’avventura del libro è partita».
Dentro ci sono i ricordi di una vita: dall’infanzia nell’amato paesino d’Abruzzo, Mosciano Sant’Angelo, dove Valentino è nato, all’arrivo ad Imola, ancora bambino, nel novembre del 1961, con mamma Rosina e papà Pasquale, la sorella Sandra e il fratello Natale, a quando è entrato per la prima volta al San Domenico, alla sua evoluzione professionale, con gli stage in Francia. Poi la «scoperta» dell’America, la Formula Uno, i tantissimi personaggi indimenticabili incontrati in questa lunga carriera di chef internazionale, fino ad arrivare all’oggi ed alla conduzione della cucina affidata al nipote Massimiliano Mascia.
L”intero servizio dedicato a Valentino Marcattilii è su «sabato sera» di questa settimana (5 dicembre), che contiene un ampio approfondimento sui protagonisti della storia del ristorante San Domenico di Imola, che il 7 marzo 2020 compirà 50 anni. Accanto a Valentino, ecco infatti Gianluigi Morini, il fondatore del locale, al quale nei giorni scorsi è stato dedicato un incontro organizzato dalla Delegazione di Imola dell’Accademia italiana della cucina in occasione del Baccanale 2019, con la sala conferenze della biblioteca comunale strapiena. Morini, che nella vita è stato attore e bancario, alle sue passioni ne aggiungeva
poi un’altra: quella per la buona cucina. «Mi piaceva fare qualcosa in casa, per gli amici. Solo che mia moglie dopo un po’ mi disse: “Non puoi trasformare la casa in un ristorante. Perché non ne apri uno vero?”. E lì mi dissi: “Se ho fatto l’attore, posso fare anche il ristoratore”». Così il 7 marzo del 1970 Morini aprì il ristorante San Domenico, al piano terra della casa in cui era nato. (r.c.)
Leggi il servizio completo con ampio corredo fotografico su «sabato sera» del 5 dicembre
Nella foto: in primo piano Gianluigi Morini, dietro lo staff del San Domenico con Valentino Marcattilii (ultimo a destra), accanto al fratello Natale
Il San Domenico è sinonimo di raffinata cucina e la sua storia è come una favola, le persone che vi hanno lavorato e che lo fanno tutt’ora, sono degli innamorati del buon mangiare e bere.
Auguri sempre a questo Ristorante che porta alto la nostra Imola.
Agostina Mingazzini