Al ristorante Ristorico di palazzo Monsignani la cena per finanziare i «pasti sospesi» per i poveri
In occasione del 70° anniversario della cooperativa «Lavoratori cristiani – Mensa Prof. Sergio Buscaroli», stasera giovedì 28 novembre, presso il ristorante Ristorico in via Emilia 69 a Imola, è in programma una Cena solidale per sostenere i pasti «sospesi» per gli ospiti della mensa. La prenotazione è obbligatoria (contributo di 30 euro); info e prenotazioni: tel. 334 9446390 e 348 2453150. La cena sarà preceduta, alle ore 18.30 da una Santa messa celebrata dal vescovo Mosciatti nella sala Verde di palazzo Monsignani. La cooperativa Lavoratori cristiani Imola è da sempre conosciuta in città per la storica mensa peri poveri (erroneamente chiamata mensa o ristorante Acli) tuttora in funzione a palazzo Monsignani. «In realtà la cooperativa fu fondata in gran parte da iscritti all’associazione Lavoratori Cristiani- precisa l’attuale presidente Roberto Capucci -. L’associazione continua a supportarci ma non c’entra in realtà con la gestione della mensa».
La cooperativa è nata nel 1949 per rispondere ad un bisogno diffuso nell’immediato dopoguerra. Molte persone non avevano la cucina in casa e quindi venne aperto lo spaccio a palazzo Monsignani con la vicina cucina, dove la gente andava con i buoni Eca (Ente comunale di assistenza) o con i pochi soldi che si aveva nel borsellino per acquistare gli ingredienti (farina, uova, zucchero,ecc.) che poi si facevano cucinare alla porta accanto. All’inizio i pasti venivano portati a casa e lì consumati. Quando le famiglie non ebbero più bisogno del servizio di cottura perché le case erano ormai complete di cucina, lo spaccio continuò l’attività e il servizio di cucina si trasformò in mensa per i poveri. All’inizio pochi mangiavano il pasto sul posto, ma lo mettevano nelle marmitte e lo portavano a casa o al lavoro. Poi si aggiunsero tavoli e attrezzature e da quel momento cominciò ad essere conosciuto come ristorante Acli.
Per tanti anni l’anima della mensa è stato il professor Sergio Buscaroli, in qualità di presidente, direttore, cuoco e cameriere insieme. Negli anni Settanta era frequentata anche da studenti a fine orario scolastico e chiunque si presentasse dicendo di essere senza soldi riceveva comunque un pasto caldo. I primi ricordi di Capucci risalgono proprio a quegli anni. «Buscaroli era il mio insegnante di matematica e faceva tutto – racconta -. E quando andò in pensione ancora di più, anche se allora c’erano anche due dipendenti, un cameriere e un cuoco. Dopo di lui la presidenza fu assunta da Lorenzo Gasparri, un altro personaggio imolese che ha dato davvero l’anima per tutti gli ospiti della nostra mensa». Nel 2014 è arrivata la svolta, con la chiusura dello spaccio e un’opera di ristrutturazione che è stata compiuta grazie anche alle scelte patrimoniali fatte da Buscaroli che, sottolinea Capucci: «Ci ha lasciato un tesoretto, che ci ha permesso di risistemare tutto a norma, con una cucina invidiata e con ben 100 coperti a sedere». Fu in quel periodo che si decise di dividere l’attività in due: la mensa per i poveri e il ristorante. L’obiettivo diventò di usare i proventi dell’attività commerciale ristorativa per sostenere la mensa per le persone sole, bisognose e affamate (aperta tutti i giorni dalle ore 11.30). (r.cr.)
Nella foto: l”ingresso di palazzo Monsignani (tratta dal sito visitareimola.it)