Produrre nocciole è una vera opportunità?
La coltivazione del nocciolo, albero da frutto appartenente alla famiglia delle Betulaceae e al genere Corylus, sta attirando l’interesse di sempre più agricoltori. I consumi di nocciole infatti sono in aumento, trainate dalla domanda dell’industria dolciaria. «C’è sicuramente spazio per la corilicoltura, ma occorre ragionare in base a quelle che sono le necessità e a quelle che sono le vere operatività», ha tenuto a rimarcare Claudio Sonnati di Agrion, la Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, invitato alla giornata di studi Nocciolo, esigente ma di reddito. Vera opportunità per l’agricoltura?, svoltasi a Imola lo scorso 9 novembre, promossa dall’Associazione ex allievi peritiagrari insieme all’Istituto agrario Scarabelli, dagli ordini professionali dei dottori agronomi e dei periti agrari delle province di Bologna e Ravenna e dalle organizzazioni professionali agricole Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Ugc-Cisl.
In Italia sta crescendo infatti l’interesse per questa coltura grazie anche all’aumento dei consumi di nocciole nel mondo. Nel nostro Paese è molto forte l’attività di trasformazione, per cui la richiesta di nocciole è parecchio più elevata rispetto alla produzione interna e, di converso, vengono esportati grandi quantitativi di prodotti lavorati ad alto valore aggiunto. La superficie coltivata a noccioleto è quindi in costante aumento.
Secondo l’Istat in Italia tra il 2010 e il 2018 le superfici coltivate a nocciolo sono cresciute di quasi il 20%, passando da 70.464 ettari a 84.306. E la produzione di nocciole è passata da 936.444 a 1.326.990 quintali (+41%), concentrata per oltre il 98% in quattro regioni: Campania, Lazio, Piemonte e Sicilia. (al. gi.)
Ulteriori particolari nel numero del Sabato sera del 21 novembre