Calcio serie C, intervista «doppia» ai giocatori dell”Imolese Marcucci e Valeau
Andrea Marcucci e Lorenzo Valeau hanno tantissimo in comune. Non solo il presente all’Imolese, ma anche il passato alla Roma ed un percorso che, lo scorso anno, per entrambi è stato contraddistinto da infortuni che ne hanno frenato l’ascesa nel calcio che conta. Quello che sperano di riprendersi ad Imola partendo dalla salvezza dei rossoblù: la partenza a singhiozzo dell’Imolese è stata anche quella dei due ragazzi romani (dire laziali sarebbe un’offesa a chi ha respirato e respira in giallorosso…) che nelle ultime settimane hanno svoltato, dando un colore decisamente diverso alle loro prestazioni. Il buon avvio in Coppa Italia è finito nel dimenticatoio, dopo quei 2 punti in 6 gare che hanno portato all’esonero di Coppitelli: non un tecnico qualsiasi per entrambi, che lo avevano conosciuto da piccoli a Trigoria. «Quando viene esonerato un allenatore – l’apertura della chiacchierata tocca a Lorenzo Valeau – il primo sentimento è quello della delusione, perché ti senti un po’ colpevole, visto che nel calcio il primo a pagare è il mister quando i risultati non arrivano. Unita alla delusione per non essere riuscito a fare il massimo, c’è però la voglia immediata di riscatto e di ripartenza».
La palla da Valeau passa a Marcucci, invertendo quello che spesso succede in campo, dove è il regista rossoblù ad assistere il proprio esterno mancino.
«Confermo quello che ha detto Lorenzo. Mister Atzori è un po’ diverso da Coppitelli: è un martello, un tecnico che riesce a trasmetterci con grande convinzione le sue idee». Prosegue Valeau. «Atzori da subito ci ha trasmesso una grande fiducia: è riuscito a darci certezze che erano nelle nostre capacità, ma che probabilmente non eravamo riusciti ad esprimere nella prima parte di stagione». (an.mir.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 21 novembre.
Nella foto: da sinistra Marcucci e Valeau