Le scelte differenti di Dozza e Ozzano in merito alle richieste di installazione di antenne 5G
«Non c’è nessun allarme in corso». Così dichiarava lo scorso 25 ottobre il sindaco Virginio Merola al termine dell’ufficio di presidenza della Conferenza metropolitana dei sindaci. Tema all’ordine del giorno: il 5G. «Gli allarmi li certifica l’Istituto superiore di sanità, non il singolo sindaco – motivava -. L’Istituto superiore di sanità ha appena completato uno studio che definisce come “non necessarie modifiche sostanziali agli standard internazionali di prevenzione”. Non possiamo creare disorientamento nei cittadini andando in ordine sparso su questi temi». E ancora: «Dal punto di vista normativo siamo ancora alla legge Gasparri del 2003 che riconosce le radiofrequenze come servizio pubblico. I Comuni non possono quindi interdire su tutto il territorio comunale l’esercizio di questa funzione (come affermato da numerose sentenze del Tar e Consiglio di Stato), se i limiti di legge vengono rispettati. Ci sono diversi studi scientifici che affrontano il tema e tutti concludono che non sono necessarie modifiche dei limiti previsti attualmente».
Nonostante la linea dettata dalla Città metropolitana, il 28 ottobre il sindaco di Dozza, Luca Albertazzi, ha emesso una apposita ordinanza che, al pari di quanto attuato dal Comune di San Lazzaro, vieta la sperimentazione e/o installazione della tecnologia 5G sul territorio comunale, «in attesa – spiega il Comune in una nota stampa – di risultanze scientifiche certe in merito agli effetti biologici della nuova tecnologia e all’impatto sulla salute pubblica». L’ordinanza, al momento valida per 180 giorni, «verrà revocata non appena vi saranno i necessari pronunciamenti da parte delle autorità nazionali preposte alla tutela della salute e dell’ambiente. Tra sei mesi verrà comunque valutato lo stato dell’arte dal punto di vista scientifico».
L’ordinanza del sindaco di Dozza si basa, in sostanza, sul principio di precauzione. Ozzano invece ha fatto una scelta diversa. Il tema del 5G è stato trattato in Consiglio comunale lo scorso 6 novembre, dove all’ordine del giorno c’era anche la mozione del gruppo consiliare Progresso Ozzano che ha proposto una moratoria sulla sperimentazione della tecnologia 5G su tutto il territorio comunale e il monitoraggio ambientale per la tutela della salute pubblica. «La mozione è stata respinta – ci aggiorna il sindaco ozzanese, Luca Lelli – con il voto contrario del gruppo di maggioranza, l’astensione della minoranza e l’unico voto a favore di Progresso Ozzano. Abbiamo votato contro non perché non ci interessi il tema, ma perché un’ordinanza, per essere efficace, deve essere contingibile, urgente e temporanea. Requisiti che non sarebbero rispettati in una ordinanza senza scadenza certa, che sospende la sperimentazione fino a quando non si pronuncerà il mondo scientifico».
Intanto cominciano ad arrivare le richieste da parte degli operatori telefonici. «Per adesso – spiega Lelli- abbiamo ricevuto una richiesta di riconfigurare con tecnologia 5G tre antenne esistenti, tutte poste su un traliccio in via Tolara di Sotto, ma in posizioni diverse. Abbiamo deciso di portare questa richiesta al Tavolo permanente metropolitano, che la esaminerà. Intanto ci sono già arrivati i pareri, entrambi favorevoli, di Arpae e Ausl. Per Arpae, il limite di 6volt/metro è rispettato a diverse distanze dall’antenna e in tutti i punti esaminati. L’Ausl, invece, chiede il rispetto del tempo massimo di permanenza nei pressi delle antenne da parte dei lavoratori che si occupano della manutenzione». (lo.mi.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 14 novembre