Prima serata della stagione 2019-2020 dell’Accademia pianistica con il violinista Gibboni e la pianista Redaelli
L’apertura della stagione dei concerti 2019 della Fondazione Accademia internazionale di Imola è affidata al giovane violinista pluripremiato Giuseppe Gibboni, allievo dei maestri Salvatore Accardo e Pavel Berman, che, accompagnato dalla talentuosa pianista Stefania Redaelli, presenta un programma interamente dedicato a Beethoven come preludio alle celebrazioni beethoveniane del 2020, in cui tutto il mondo celebrerà il 250° anniversario della nascita del compositore.
Il concerto, che si terrà domani alle ore 20.45 nella sala Mariele Ventre di palazzo Monsignani a Imola, è stato realizzato in collaborazione con l’Accademia musicale Chigiana di Siena e apre la kermesse imolese degli eventi artistici del Progetto speciale “Chigimola” 2019.
Nato nel 2001, Giuseppe Gibboni attualmente frequenta il nono anno di violino presso il conservatorio “Martucci” di Salerno sotto la guida del maestro Aiello. Nell’ottobre 2015 ha superato la selezione per l’ammissione all’accademia “Stauffer” di Cremona nella classe del maestro Accardo. Ha partecipato a vari concorsi nazionali e internazionali classificandosi sempre al primo posto. Nel maggio 2016 ha vinto il primo premio e il premio speciale “Paganini” al Concorso violinistico internazionale “Andrea Postacchini” di Fermo nella sua categoria.
La pianista Stefania Redaelli, milanese, è allieva di Ernesto Esposito; giovanissima vince numerosi concorsi. «Col tempo – si legge nell enote stampa al concerto –, la chiave di lettura della sua attività si definisce sempre più nella sua passione per la musica da camera, realizzata attraverso le numerose collaborazioni con Rocco Filippini, Salvatore Accardo e Massimo Quarta, sia nei vari incontri concertistici». Ha formato con Maria Grazia Bellocchio un duo pianistico che dalle vittorie dei concorsi internazionali di Caltanissetta e di Finale Ligure ha attraversato un vastissimo repertorio fino alle recenti esecuzioni di Mantra di Stockhausen e alla partecipazione alla Biennale di Venezia. (r.cr.)