La pesca Buco incavato cerca il meritato rilancio
In dialetto Bus incavé, Buco incavato. E’ una varietà di pesca a polpa bianca profumatissima, aromatica, dolce ma con un perfetto equilibrio tra zuccheri ed acidità, con leggero sentore di mandorla che la caratterizza. Prende il nome curioso da una profonda spaccatura che presenta lungo la sutura.
Un frutto autoctono che non solo è buono ma rappresenta anche il simbolo di una rivoluzione agricola che ha fatto di Massa Lombarda la capitale della frutticoltura nella prima metà del ’900. Poi, nel dopoguerra, la sostituzione con le nuove varietà americane, più funzionali ai lunghi viaggi e alle esportazioni.
I contadini, però, ne conservarono ancora qualche esemplare per il consumo domestico. E dai ritrovamenti di questi esemplari è nato nel 2011 un progetto di salvaguardia e di valorizzazione di un pezzo di storia della frutticoltura nazionale che vede la collaborazione tra il Comune di Massa Lombarda, il Centro ricerche produzioni vegetali e alcuni agricoltori. Cosicché diversi agricoltori e collezionisti hanno accettato di reimpiantare questa varietà per far ripartire la produzione, diventando così i custodi del Buco incavato.
Una pesca, comunque, destinata al consumo locale, che può essere assaggiata solo a Massa Lombarda, in particolare durante la festa a lei dedicata nel mese di agosto. E proprio lo scorso 30 agosto, durante la festa, il sindaco Daniele Bassi, i rappresentanti della Condotta di Slow food, del Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena e alcuni produttori, per il momento quattro, hanno sottoscritto il disciplinare di produzione di questa varietà di pesca. (ale. gio.)
Ulteriori particolari nel numero del Sabato sera del 31 ottobre