Cooperativa ceramica fa spazio ai nuovi negozi
Lavori in corso nella sede principale della Cooperativa ceramica d’Imola, dove nelle scorse settimane le ruspe hanno cominciato a liberare l’area su cui in futuro sorgeranno negozi e uffici. I lavori riguardano la bonifica delle coperture in cemento-amianto e la demolizione completa di un capannone, un tempo utilizzato per il reparto bicottura e in disuso ormai da una decina d’anni.
Questa prima tranche di lavori, dall’importo complessivo di circa 440 mila euro, saranno ultimati entro fine dicembre. Questo, almeno, quanto riporta il cartello di cantiere. Si tratta infatti dei lavori preliminari alla riqualificazione dell’intera area, identificata sulle mappe con la dicitura «Ambito Ar.11».
Un progetto che parte da lontano: cinque anni fa. Era infatti il 2014 quando l’azienda di via Vittorio Veneto ha concordato la cessione gratuita al Comune dell’ex scalo merci, circa 6.300 metri quadri con relativi fabbricati e una tettoia, limitrofi al piazzale Marabini. L’azienda l’aveva acquistato a fine 2011 per quasi 2 milioni e mezzo di euro da Ferservizi, la società che gestisce il patrimonio immobiliare del gruppo Ferrovie dello Stato.
Sull’ex scalo merci è stato poi realizzato un parcheggio per biciclette e moto. In cambio Cooperativa ceramica ha concordato la possibilità di realizzare all’interno del proprio sito, dove sono presenti il centro direzionale, gli showroom aziendali e il punto vendita al pubblico, una trasformazione urbanistica, finalizzata alla nascita di attività non direttamente correlate al proprio business, ma commerciali, ricreative e alberghiere, su una superficie complessiva di 16mila metri quadri.
(…) La scorsa primavera, sul filo di lana, il Comune ha tenuto fede all’accordo, ma ponendo delle limitazioni al progetto originario, sulla base delle osservazioni formulate dalla Città metropolitana.
Il carico urbanistico è stato dimezzato: da 16 mila metri quadri di superficie utile complessiva si è passati a 8 mila metri quadri, di cui massimo 3.500 da destinare a superficie di vendita (in origine erano 5 mila metri quadri).Usi ammessi: commercio al dettaglio di tipo alimentare (massimo 2.500 metri quadri), commercio al dettaglio di tiponon alimentare (massimo 1.000 metri quadri), pubblici esercizi e attività di ristorazione, attività direzionali, assicurative e finanziarie, alberghi e strutture ricettive extraalberghiere. (lo. mi.)
Fotografia di Marco Isola/IsolaPress
Ulteriori particolari sul numero del Sabato sera del 31 ottobre