L”attaccante dell”Imolese Bismark Ngissah si presenta: «Chiamatemi pure Mario, ho energia per esplodere»
L’anagrafe dice che il cognome è Ngissah ed il nome è Bismark, ma se incrocerete questo ragazzo sorridente del Ghana potete chiamarlo semplicemente Mario… «Il soprannome me lo hanno dato a Verona, quando sono arrivato in Italia nel 2009: era il momento in cui Balotelli andava di moda e io mi feci la crestina gialla come lui. In più sono italo-ghanese come Balo, un po’ gli assomiglio fisicamente, anche se lui ovviamente è tutta un’altra cosa: chiamarmi così divenne facile, anche perché Ngissah è un cognome più difficile da pronunciare. Ho cominciato a giocare a calcio in Ghana quando avevo 4 anni, stimolato perché mio padre James Ngissah era un calciatore professionista nell’Asante Kotoko (la Juventus del Ghana, nda) ed ha giocato anche in Nazionale: era un giocatore forte, un centrocampista lezioso che faceva girare la palla, non esplosivo come me. Uno di quei giocatori tattici che distribuisce i palloni. Rispetto a lui sono molto più istintivo. Mio padre poi si è trasferito per lavoro a Verona ed io ho cominciato a giocare a calcio nel Chievo, che allora era in serie A, facendo poi tutta la trafila delle giovanili con i gialloblù. Sono stato in panchina diverse volte con la prima squadra, ma non sono mai riuscito ad esordire: diciamo che ho solo annusato la serie A. Il mio sogno è quello di riuscire a tornarci: spero di imitare tanti ragazzi che sono stati miei compagni in Primavera, come Depaoli, Lleris, Vignato e Kyijne». (an.mir.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 24 ottobre.
Nella foto (Isolapress): Bismark Ngissah con la maglia dell”Imolese