Agricoltura Emilia Romagna, anche la coltivazione del grano duro penalizzata dall”andamento climatico
L’influenza del cambiamento climatico, la ricerca e l’innovazione al servizio della produzione, le strategie d’impresa, l’andamento dei mercati agricoli e la copertura dei rischi. Tutti temi di cui si è parlato il 24 settembre al convegno dedicato alla coltivazione del grano duro. Un incontro con scienziati, produttori e rappresentanti delle organizzazioni di categoria organizzato dalla Regione Emilia Romagna proprio alla vigilia della stagione di semina, come opportunità di confronto e di approfondimento tecnico-scientifico e di orientamento degli agricoltori nelle scelte.
«Ricerca e innovazione, sia in campo tecnico che nelle strategie commerciali – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-, sono le strade da seguire per affrontare i cambiamenti climatici e le fitopatologi e che sempre più incidono sulle produzioni agricole. Le scelte per un’agricoltura sempre più evoluta e resiliente passano dall’agricoltura di precisione, allo studio delle innovazioni varietali, oltre ad adottare avvicendamenti e tecniche colturali che favoriscano la sostenibilità e la qualità dei suoli. Va sottolineata l’importanza della programmazione produttiva e degli accordi di filiera, con l’obiettivo di massimizzare e stabilizzare le rese produttive, contenere i costi senza incidere sulla produttività e sulla qualità del prodotto e ridurre i rischi di mercato».
Bastano pochi elementi per comprendere l’importanza del comparto cerealicolo emiliano-romagnolo: la nostra regione è tra le prime in Italia per la produzione con una quantità annuale (dati Istat 2014-2018) che si attesta a 2,1 milioni di tonnellate. Di queste, 773 mila tonnellate sono di frumento tenero, 373 mila di frumento duro, 647 mila di mais. Coltivano cereali oltre 31 mila aziende, più della metà del panorama agricolo regionale, per una superficie complessiva di circa 311 mila ettari, di cui 127 mila a frumento tenero, 62 mila a frumento duro, 69 mila a mais. Ed il convegno è stata l’occasione per fare il punto sulla stagione 2019. (r.cr.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 10 ottobre