Prende piede la coltivazione del sorgo, cereale tra i più diffusi al mondo e importante per il futuro
Ha arricchito i nostri campi di un colore marroncino grazie al suo pennacchio, almeno fino alla fine di agosto, e adesso si sta preparando per arricchire gli alimenti destinati ai nostri animali ma anche i piatti preparati nelle nostre cucine. Stiamo parlando del sorgo, un cereale molto antico, molto versatile e senza glutine, quindi adatto all’alimentazione dei celiaci. E proprio perché indicato per chi ha problemi di intolleranza, in questi ultimi anni sta avendo un grande successo tra i consumatori. E’ un prodotto che ha tanto da raccontare, a cominciare dal successo nella sua produzione perché è il quinto cereale per importanza al mondo dopo grano, riso, mais, orzo. Anche perché, oltre che per l’alimentazione umana, la pianta è utilizzata per la produzione di foraggi, per l’estrazione di etanolo e come bio-carburante.
L’Emilia Romagna è la regione che si colloca al vertice della piramide produttiva nazionale, seguita da Toscana, Marche e Umbria. Nel 2018 nella nostra regione, secondo gli ultimi dati Istat, il sorgo è stato coltivato su una superficie di 22.712 ettari, raggiungendo una produzione di 206.931 tonnellate, facendo segnare un incremento del 27,7% rispetto al 2017. Buoni i risultati anche per la provincia di Bologna. Nel 2018, infatti, qui sono state prodotte 79.076 tonnellate di sorgo, un aumento di 19.910 tonnellate rispetto all’anno precedente, anche se è in contrazione la superficie occupata. «Se di sorgo attualmente si sta parlando con sempre maggiore insistenza – dichiara Alessandra Sommovigo del Crea, tra i più importanti enti italiani di ricerca agroalimentare- è perché si tratta di una coltura che risponde agli input richiesti e determinati dalle conseguenze dei cambiamenti climatici».
Ma aggiungiamo il parere di due agricoltori che, proprio quest’anno, hanno deciso di dedicare al sorgo spazio e tempo, ma con diverso risultato. Stefano Quartieri di Medicina ne ha piantato due ettari ed è contentissimo. «E’ la prima volta che lo metto – precisa Quartieri-. Mi sono deciso perché la mia clientela me lo chiedeva continuamente. Quest’anno ne ho raccolto circa 70-80 quintali per ettaro. E’ piovuto molto e il sorgo ne ha beneficiato». Molti lo stanno chiedendo, ma altri sono ancora scettici. «Vent’anni fa avevo piantato sorgo, poi ho messo della vigna -racconta Massimo Cané, dell’azienda agricola Costa di Rosa -. In uno dei migliori anni raccolsi 92 quintali per ettaro, ma fu un’eccezione. Ora ho tolto dellavigna e ho messo di nuovo questo cereale, sia per un cambiamento nella direzione aziendale, sia perché non vuole acqua. Ne ho piantato undici ettari nelle colline di Castel San Pietro, nella zona di Gallo Bolognese, e se ne raccolgo almeno 50 quintali per ettaro sono contento. Da noi in collina questa coltura non va bene». (ale.gio.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 3 ottobre
Nelle foto da sinistra Stefano Quartieri di Medicina e Massimo Canè di Gallo Bolognese