Tor des Geants 2019, il runner imolese Gianluca Galeati dopo il ritiro: «Peccato, potevo salire sul podio»
Sono passati più di 10 giorni dal via del Tor des Geants, la più massacrante gara al mondo di ultra-trail. A vincere quest’anno è stato il bergamasco Oliviero Bosatelli, al secondo successo, che ha completato in 72h37’13” il percorso di quasi 350 km e 27mila metri di dislivello positivo. Gianluca Galeati sta già iniziando a recuperare dalle fatiche incredibili a cui si è sottoposti durante una prova così impegnativa. Il 36enne imolese ha viaggiato per due giorni su ritmi che avrebbero potuto consentirgli di salire di nuovo sul podio del Tor, come nel 2015, ma nel corso della terza notte di gara, quando comunque si trovava ancora attorno alla quinta-sesta posizione (su circa 900 partecipanti), ha optato per il ritiro. «Sono andato molto bene fino a Gressoney, dopo circa 200 km di gara. Ero riuscito a rispettare le tabelle che mi ero posto come obiettivo, senza guardare le prestazioni degli altri concorrenti. Questa edizione è stata caratterizzata da temperature molto basse: già a metà della salita verso il primo colle abbiamo trovato la neve. Poi, mentre mangiavo alla base-vita, ho avuto un piccolo calo di pressione che mi ha obbligato a riposare un po’. Sono ripartito, ma faticando ad alimentarmi e a idratarmi: dopo le dovute considerazioni, ho deciso di ritirarmi. Peccato, anche perché quest’anno ho superato i problemi di respirazione che altre volte avevano influito sulla mia prestazione».
Hai già portato a termine il «Tor» tre volte: 7° nel 2014, 2° nel 2015, 9° nel 2018. Questo può averti condizionato?
«Forzando oltre i limiti, avrei potuto concludere la gara anche quest’anno, rallentando il ritmo. Se non fossi mai riuscito a completarla, avrei dato tutto. Ma l’obiettivo era un altro e fino a quando sono stato in gara ho dimostrato di poter ambire al podio, quindi sono soddisfatto. Ci sono atleti che vivono in montagna, come lo stesso Bosatelli che ha vinto, e per loro arrivare preparati a questo appuntamento è più facile: io che vivo in pianura e lavoro in azienda non parto alla pari».
Gli amici imolesi hanno dato il solito grande supporto?
«Assolutamente sì. Mauro Calzoni è stato sempre presente, Marco e Olly sono riusciti a raggiungermi per una parte del Tor, e poi c’era anche Giada (la compagna di Gianluca, nda) che ha fatto un’impresa che vale il Tor: oltre a fare assistenza a me in corsa, è riuscita a gestire anche le nostre due figlie».
Il prossimo anno?
«Prima si deve recuperare lo sforzo. Ne riparliamo più avanti». (ma.ma.)
Nella foto: Gianluca Galeati al Tor des Geants 2019