La maggioranza si spacca, in sei si dimettono dalle commissioni. Dura lettera contro la sindaca Sangiorgi
Segnali di crisi nel gruppo di maggioranza. Nel corso del Consiglio comunale di questo pomeriggio, ripreso alle 19.30 dopo un”interruzione di alcuni minuti, i sei consiglieri Valeria Basile, Lorenza D’Amato, Fabrizio Favilli, Ermete Guerrini, Annalisa Roda e Massimo Vasselli si sono dimessi dai propri incarichi di presidente di commissione (D’Amato e Guerrini), hanno rimesso le deleghe loro assegnate dalla prima cittadina (Basile e Favilli) e si sono dimessi dalle commissioni di cui fanno parte.
«Non possiamo più essere considerati corresponsabili delle politiche incoerenti di questa giunta», ha dichiarato Favilli, leggendo in aula una durissima lettera firmata dai sei consiglieri, una critica all’operato della sindaca a 360 gradi. «Da questo momento riteniamo di avere le mani libere».
I momenti di tensione seguiti all’intervento di Favilli hanno portato alla sospensione della seduta. (r.cr.)
AGGIORNAMENTO – ORE 19:57
Sulla pagina Facebook “Movimento 5 stelle Imola” è stato pubblicato il testo integrale dell”intervento in Consiglio comunale di Fabrizio Favilli.
Nel passaggio conclusivo, il consigliere sottolinea che «come rappresentanti del MoVimento 5 Stelle ci impegniamo d”ora in avanti a votare le delibere e le mozioni in linea col programma presentato in sede di campagna elettorale, ma soprattutto a presentare istanze per verificare costantemente lo stato dei nostri punti politici. Valuteremo ogni altro provvedimento che esula dal programma sulla base dell”aderenza ai principi fondanti del MoVimento 5 Stelle, e avvisiamo fin da ora che l”approvazione del bilancio preventivo dell”anno 2020, per quanto ci riguarda, sarà subordinata al fatto che gli impegni di spesa siano vincolati alle promesse della campagna elettorale».
Il testo integrale all”indirizzo https://www.facebook.com/410280182412407/posts/2460487830724955/
Nella fotografia, l”aula del Consiglio comunale durante l”interruzione della seduta
La sindaca e i suoi lealisti pagano la mancanza di coerenza programmatica, trasparenza e partecipazione, ovvero hanno tradito l’identità del MoVimento e la fiducia di tutti quegli elettori che auspicavano un cambiamento nelle scelte socio-economiche ed ambientali nella gestione della Città.