Ha chiuso “Popeye”… ma è solo un arrivederci
Vedere una grande insegna, con su raffigurato Braccio di Ferro, che attraversa piazza Matteotti non è proprio una scena da tutti i giorni. Eppure è quella alla quale ha assistito chi era in centro a Imola il 30 luglio scorso. Tanto che non sono mancati coloro, in particolare ragazzini, che si son fatti immortalare con l’insegna come fondale.
Non si trattava, però, di una trovata pubblicitaria. «Quando abbiamo tirato giù per l’ultima volta la saracinesca della paninoteca ho deciso di regalare al mio amico fotografo Marco Isola l’insegna che ci ha caratterizzati per decenni. Ma era talmente grande che non riuscivamo a caricarla da nessuna parte. Così l’abbiamo portata a spalla dalla mia bottega al suo studio in via Appia», racconta Gianni Mezzetti, che insieme alla compagna Sabrina Cenni per quarant’anni ha gestito la paninoteca “Popeye”, dal nome del marinaio che scolpisce la muscolatura ingurgitando scatolette di spinaci (personaggio di grande successo creato dal vignettista statunitense Elzie Crisler Sega), alimento che nell’insegna era ovviamente sostituito da un panino.
In questo modo Gianni riesce a stemperare con un sorriso quello che è stato comunque un momento commovente: l’addio (per raggiunta età pensionabile) all’attività condotta nel locale posto all’angolo fra via Quaini e viale Rivalta.
Attività che ha scandito (con grandi soddisfazioni) quaranta anni di vita, da quel lontano 15 settembre 1979 quando fu per la prima volta alzata la saracinesca.
In realtà la chiusura di fine luglio per “Popeye” è stato un passaggio di testimone, perché Mattia, figlio di Gianni e Sabrina, intende riaprire il locale in versione ristorante, mettendo a frutto il suo diploma di cuoco ed un’esperienza ormai decennale in ristoranti in giro per il mondo. «La sua idea – racconta ancora Mezzetti – è un locale con pochi coperti ma con piatti di qualità, a base di prodotti locali. Gli piace l’idea di continuare nella location dei suoi genitori. Noi siamo contenti e lo appoggiamo, ma staremo dietro le quinte, perché deve camminare con le sue gambe». (fa. vi).
La storia del locale e l”intervista completa nel numero del “Sabato sera” del 29 agosto.
Nella fotografia di Marco Isola/Isolapress, Mattia Mezzetti, Gianni Mezzetti e Sabrina Cenni