Nuovo governo, il senatore Daniele Manca: «Soluzione che fa bene anche in vista delle elezioni regionali»
Da parlamentare di opposizione a parte della nuova maggioranza giallorossa (Partito Democratico-Movimento 5 Stelle-Leu) che stasera, con l’annuncio della lista dei ministri da parte del presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte, sembra proprio cosa fatta. Cambia radicalmente prospettiva, dunque, l’esperienza in parlamento del senatore imolese Daniele Manca, che da Roma commenta a caldo la nascita del governo atteso domani mattina al Quirinale per il giuramento.
«Sono contento – esordisce – perché il Pd ha avuto ministeri chiave, come quello dell’Economia, fondamentale per far fronte all’eredità pesante che ci ritroviamo a gestire, le politiche da recessione del precedente governo, con la crescita zero e il calo della produzione industriale. E soprattutto si è riusciti, con il grande lavoro di tutti, a centrare l’obiettivo fondamentale: un programma condiviso, di legislatura, per garantire la svolta e ritrovare il ruolo che ci spetta in Europa, contro l’isolamento voluto da Salvini e senza più la logica di scambio del contratto di governo. Sono certo che, anche grazie al tecnico di valore nominato al ministero dell’Interno (Luciana Lamorgese, già prefetto di Venezia e di Milano, Ndr), avremo qualche clandestino in meno e qualche rimpatrio in più, ridando al Viminale il ruolo delicato che deve avere: pilastro della sicurezza pubblica e non clava finalizzata al consenso».
Manca non nasconde tuttavia le difficoltà della nuova situazione. «E’ una fase nuova, che farebbe tremare le gambe a chiunque – sottolinea -, ma ho vissuto bene questo cambio di prospettiva perché ho visto tutti predisposti a mettere davanti il bene dell’Italia. Devo dare atto a tanti per il lavoro fatto. In questo epilogo c’è molto di Renzi e della leadership naturale di chi ha governato per mille giorni, ma anche il segretario Zingaretti e i capigruppo hanno lavorato bene per arrivare alla soluzione della crisi».
Leggendo la svolta in chiave di ricadute locali, in particolare in vista delle elezioni regionali, il senatore Pd si dice convinto del fatto che «a livello regionale la nascita del governo non farà danni, perché l’avversario fondamentale è la Lega. Che poi si arrivi a batterla con un’alleanza organica con il Movimento anche in Emilia Romagna o in altro modo vedremo, comunque l’esperienza nazionale è importante anche per la Regione». E a Imola? L’ex sindaco su questo fronte è molto più cauto: «La situazione di Imola è molto diversa – risponde -. In questo momento è impossibile ragionarci sopra perché prima andrebbero chiarite alcune questioni: innanzitutto non sappiamo qual è la posizione del sindaco nel rapporto con il suo movimento. Ci sono solo ombre e incertezze. Come ha votato la Sangiorgi sulla piattaforma Rousseau, a favore o contro? E non sappiamo nemmeno quale sia il rapporto vero con la Lega. Infine, veniamo da un anno e mezzo in cui la giunta ha perso ben cinque assessori e non si capisce in quale direzione vada. Qualsiasi collaborazione – chiude – è preclusa fino alla soluzione di questi tre quesiti». (mi.ta.)