Il presidente dell”Auser sul volontariato: «Dovremmo supportare il pubblico, non sostituirlo. E” come aver cambiato il Dna»
Il mondo del volontariato sta vivendo una mutazione genetica. Ne è convinto Giovanni Mascolo, presidente dell’associazione Auser Imola che conta oltre 1.500 tesserati e, tra questi, un piccolo esercito di circa 500 volontari attivi su un territorio che va da Osteria Grande a Sassoleone e da Castel del Rio a Mordano (Medicina fa capo ad Auser Bologna). «Oggi il volontariato sta assumendo un ruolo fondamentale nella gestione del sociale – motiva Mascolo -. I bisogni aumentano e le risorse diminuiscono. Dovremmo essere di supporto e di aiuto là dove già operano strutture pubbliche, non sostituirci a queste. E’ come aver cambiato il nostro Dna».
Quali sono i sintomi di questo cambiamento?
«Il nostro termometro sono gli accompagnamenti che i nostri volontari effettuano per tutti coloro che ne fanno richiesta, soprattutto anziani e disabili che non hanno mezzi attrezzati per spostarsi. Li accompagniamo per lo più all’ospedale, per effettuare visite mediche e terapie, o ai centri diurni quando hanno problemi di mobilità, non hanno aiuto e permettersi di pagare il taxi. Noi non applichiamo tariffe chilometriche, chiediamo soltanto un contributo volontario per le spese e la benzina, ma per chi non può permetterselo lo facciamo anche gratuitamente. Negli ultimi anni abbiamo visto un incremento esponenziale di richieste: nel 2018 i nostri 108 volontari hanno accompagnato 497 utenti, facendo 7.935 viaggi e percorrendo oltre 273 mila chilometri (quasi sette giri della Terra, Ndr), circa 50 mila in più rispetto a due anni prima. Quasi la metà degli spostamenti è effettuata per persone con difficoltà motorie: ciò significa che occorrono mezzi attrezzati per il trasporto di carrozzine e montascale, perché spesso queste persone abitano in case senza ascensore. Per noi si tratta di costi aggiuntivi. Buona parte del nostro bilancio va a dare questo tipo di risposta, ma il volontariato per noi di Auser non è solo fare accompagnamenti: è anche compagnia telefonica, ambulatori,conferenze, volontariato civico, gite al mare. Perché la vita non è solo fatta di visite mediche…».
Le Amministrazioni comunali sono consapevoli dell’importanza del vostro ruolo?
«Oggi chi gode i frutti maggiori della nostra organizzazione sono proprio le Amministrazioni locali. “Lavoriamo” per la comunità e, di conseguenza, per i Comuni. I sindaci della vallata del Santerno hanno capito l’importanza di quello che facciamo, c’è un dialogo costante e soprattutto proficuo. Coni Comuni più grandi, come Imola e Castel San Pietro, i rapporti sono un po’ più complicati: a volte si ha l’impressione che la struttura pubblica non conosca a fondo le problematiche che affrontiamo ogni giorno».
A Imola il nuovo governo pentastellato ha portato qualche cambiamento?
«Abbiamo avuto un bellissimo esordio all’indomani dell’insediamento della sindaca Sangiorgi. Siamo stati convocati a inizio luglio 2018, ma poi tutto è finito lì. Abbiamo un buon rapporto con l’assessore Claudio Frati, che si sta interessando alle nostre problematiche, ma quando si hanno tante deleghe da gestire è difficile seguire tutto al meglio. Un tema come quello del sociale meriterebbe una attenzione specifica». (lo.mi.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 29 agosto
Nella foto il trasporto di un disabile a cura di un volontario dell”Auser
Caro Giovanni,
dovremmo chiederci come mai le risorse diminuiscano: dove vanno tutte le nostre tasse, tributi locali e contributi ssn?
Ho sempre pensato che le associazioni di volontariato dovessero essere di supporto al pubblico in termini di sensibilizzazione ed informazione del cittadino, ma mai come operativi con tutti i rischi che ne potrebbero derivare.
Mi spiace ma non condivido l’uso che viene fatto del volontariato nei servizi pubblici….intravedo altri scopi poco nobili da parte della politica…..