Calcio serie C, la storia del centravanti dell”Imolese Dardan Vuthaj: «Metà ingaggio lo do ai miei»
Quando il gol è una questione di famiglia. Non può che venire in mente questo chiacchierando con Dardan Vuthaj, attaccante dell’Imolese che per ora è il capocannoniere dei rossoblù, essendo andato a segno sia in Coppa Italia con la Juve Stabia che alla prima di campionato contro il Rimini, quando il suo gol nel finale ha tenuto vive le speranze di rimonta dei rossoblù fino al triplice fischio. Questione di famiglia, dicevamo, ed è da lì che si parte, visto che Andi, padre di Dardan, nei primi anni ’90 in Albania era un nome importante della serie A nel Paese delle Aquile. «Da calciatore di serie A si è ritrovato di fatto un clandestino – ha raccontato Dardan -. Appena ha raccolto un po’ di soldi lavorando come muratore, con la famiglia lo abbiamo raggiunto in Piemonte (dove la famiglia Vuthaj vive ancora oggi, nda) quando io avevo 3 anni e mezzo».
Fin dalla prima chiacchierata, Vuthaj ha confessato di avere un carattere «fumantino» ben diverso da quello attuale che traspare ad ogni parola.
«Ero un tipo istintivo, che reagiva sempre alle provocazioni: non ero pronto per il mondo del calcio, magari ero un po’ ingenuo ma sono sempre stato un tipo sincero e non riuscivo a controllarmi in certi momenti. Fermo restando che io gioco a calcio solo per rendere felice la mia famiglia che ha fatto tanti sacrifici per me ed alla quale giro a fine mese metà del mio ingaggio». (an. mir.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 29 agosto.
Nella foto (Isolapress): Dardan Vuthaj