Motocross, vent”anni fa il titolo iridato firmato da Andrea Bartolini
Era il 1999. L’anno del telefilm fantascientifico che ricordava lo spazio. L’anno dell’ematocrito sballato di Pantani, l’anno della nascita dell’euro. Nelle moto le classi avevano ancora denominazioni semplici ma autorevoli, 125, 250, 500. L’essenziale. Con la capacità di una bottiglietta di plastica da concerto si sognava. E lo stesso fascino, la cinquecento, lo aveva sia in velocità sia nel motocross. Era, appunto, il 1999 e Andrea Bartolini divenne campione del mondo di motocross, regalando alla Yamaha il titolo costruttori della classe 500 che mancava dal 1978. Sembra ieri, ma non c’entra niente la percezione del tempo. sembra ieri perché quel Mondiale è stato importantissimo in quanto ha rappresentato di fatto lo slancio del motocross dai 2 tempi ai 4 tempi moderni.
Sì, perché Andrea Bartolini da Casalfiumanese, a quasi 31 anni e tantissime stagioni di Mondiale ormai passate in sella, vinse con la Yamaha YZ 426 F, una delle moto più belle mai viste nel motocross e mamma di tutte quelle che vedrete nel week-end di Imola. Forse una moto così, a dire il vero, non si è più vista. Una creatura che nelle varie versioni più o meno di serie (ma anche nelle evoluzioni dei mezzi ufficiali) non si è mai avvicinata al fascino di quella originale. Cosa avesse in pancia, nel telaio e nelle sospensioni quella moto, forse nessuno lo saprà mai, se non l’affiatato staff di tecnici giapponesi, comandati dall’ingegner Shioara, che si erano letteralmente innamorati della dedizione e delle qualità di collaudatore di Andrea Bartolini, tanto che nell’inverno del 1998, quando il pilota di Casale era ancora convalescente da in incidente, gli spedivano mail tutti i giorni per sapere come stava. Da molti, quel Mondiale è stato definito come uno dei più belli di sempre ed il motivo c’è. (m.r.)
L”articolo completo su «sabato sera» dell”8 agosto.
Nella foto: Andrea Bartolini
Nella foto Andrea Bartolini , non suo fratello, Valter