Mondiale motocross a Imola, intervista esclusiva al leader Tim Gajser
Sembrava dovesse diventare un assolo di Cairoli questo Mondiale Mxgp 2019 e invece, dopo l’infortunio del siciliano, dall’arancio della Ktm si è passati definitivamente al rosso Honda di Tim Gajser il quale, per inciso, avrebbe dato filo da torcere al «Tony nazionale» anche in caso di presenza in pista di quest’ultimo, se consideriamo che la progressione dello sloveno è stata molto consistente. Sì, Gajser è sloveno (dove la passione per i motori non manca come nella vicina Croazia, ma non ovviamente ai livelli italiani), ha già vinto due mondiali dei «grandi» (Mx2 nel 2015 e Mxgp nel 2016, a cui vanno aggiunti i titoli europei delle classi 65, 85 e infine nella 125, nella quale si aggiudicò anche l’iride Junior) e quest’anno sembra proprio a tiro il terzo sigillo iridato più uno.
Originario di Pecke e nato a Ptuj, cittadina non lontana da Maribor, nel nord-est della piccola nazione ex-jugoslava, il pilota ufficiale Honda compirà 23 anni il prossimo 8 settembre. Di radici molto umili, legatissimo al ricordo di un fratello morto perché investito involontariamente dal padre quando si stava allenando proprio con una moto da cross, la sua saga farebbe scatenare anche un narratore come Federico Buffa. Una storia che ha anche molti sapori italiani, visto che nella 125 gareggiava per il team lombardo Silver Action prima di passare sotto l’ala protettrice di Giacomo Gariboldi, attuale team principal della Hrc (il famosissimo reparto corse Honda) nel motocross.
Salve Tim. Noi italiani pensiamo spesso alla Slovenia come a un popolo di giocatori di basket e campioni di sci, non avremmo mai pensato ad un campione nel motocross…
«Quando ho iniziato a fare il motocross, in Slovenia non era sicuramente uno sport famoso. Non molte persone lo praticavano e i bambini a scuola non lo facevano affatto. Quando non potevo girare, ho provato qualche altra disciplina, come judo e calcio, ma sapevo il mio sport che sarebbe sempre stato il motocross». (m.r.)
L”articolo completo su «sabato sera» dell”8 agosto.
Nella foto: Tim Gajser