I fondatori di Bio-on: «La nostra è un”azienda di valore e lo stabilimento di Gaiana è pienamente operativo»
Giorni di passione per Bio-on Spa e di grande incertezza per i suoi dipendenti. La società bolognese attiva nel settore delle bioplastiche è quotata nel segmento Aim di Borsa italiana (quello dedicato alle piccole e medie imprese). Ebbene, l’attacco portatole la settimana scorsa dal fondo di investimento statunitense Quintessential ha mandato in fumo buona parte della capitalizzazione, coi due fondatori Marco Astorri e Guido Cicognani, entrambi azionisti rilevanti, costretti ad acquistare azioni nel tentativo di evitare il tracollo del titolo. «Anche di fronte agli effetti del feroce attacco di cui siamo stati oggetto, Bio-on resta un’azienda di grande valore, in cui crediamo e continuiamo a investire», hanno motivato Astorri e Cicognani.
Bio-on è una intellectual propertycompany, ossia una società che fa ricerca applicata, nello specifico riguardo la produzione di polimeri poliidrossialcanoati, detti Phas (sono polimeri poliesteri termoplastici sintetizzati da vari generi di batteri attraverso la fermentazione di zuccheri o lipidi), commercializzando i relativi brevetti tramite accordi e joint venture ed incassando le relative royalties. Costituita nel 2007, la società bolognese è guidata dai due soci fondatori (Astorri presidente nonché amministratore delegato e Cicognani vicepresidente), che la controllano tramite la holding Capsa. In concreto, le bioplastiche sviluppate da Bio-on vengono ottenute tramite la fermentazione di scarti agricoli o sottoprodotti agroindustriali, il che rende il processo «più simile a un birrificio che a una raffineria tradizionale».
Materia prima economica e rinnovabile, che non entra in competizione con le filiere alimentari e da cui si ottiene un prodotto finale che si degrada in modo naturale e a temperatura ambiente. Quindi, sostenibile per l’ecosistema. Ebbene, tirando le somme di tutte queste qualità positive, si tratterebbe della plastica in grado di far quadrare il cerchio per un mondo alle prese con l’emergenza plastica, quella derivata dagli idrocarburi, indistruttibile e massimamente inquinante, e nella necessità di doverla sostituire. Come si può ben intuire, un giro d’affari potenzialmente immenso. Ad aprile 2017 la Camera di commercio di Bologna ha classificato Bio-on come Pmi innovativa ai sensi della legge di Stabilità, evidenziandone l’appetibilità per gli investitori.
La società conta ad oggi 100 dipendenti, di cui circa la metà dedicati alla conduzione dell’impianto di Castel San Pietro (che si trova a Gaiana). Sul sito internet della società è disponibile dal 17 luglio 2019 un video che ripercorre le fasi di costruzione dell’impianto e mostra la produzione attuale. La produzione sinora raggiunta è stata al momento utilizzata per la realizzazione di prodotti solari nell’ambito della jointventure Aldia Spa in partnership con Unilever e di arredamento nell’ambito della partnership con Kartell Spa, già in vendita sul mercato. L’impianto produttivo è stato visitato nel corso degli ultimi mesi da molteplici soggetti di ambito pubblico, finanziario e industriale, ai quali è stata mostrata la piena operatività del medesimo. (r.cr.)
L”articolo completo con tutti i particolari della vicenda è su «sabato sera» dell”1 agosto