ConAmi, il Difensore civico dà ragione ai sindaci, Malpezzi: “Pronti al secondo ricorso al Tar”. La Lega bacchetta lmola
Il Difensore civico regionale ha dato ragione ai sindaci dei Comuni di Faenza, Castel San Pietro e Medicina sul ConAmi. Secondo l’organo di garanzia «non sussistono nel caso di specie i presupposti per applicare in via analogica l’articolo 2369 del codice civile», ovvero alle deliberazioni dell’Assemblea. In sintesi, il Consorzio azienda multiservizi intercomunale non è una Spa quindi non è possibile appellarsi a quella norma (deliberazioni in seconda convocazione delle assemblee delle società per azioni, in base al quale l’assemblea delibera qualunque sia la parte di capitale rappresentata) già invocata per ben due volte dalla sindaca di Imola, Manuela Sangiorgi, per nominare da sola il Cda.
Doccia fredda per la sindaca Sangiorgi. E’ ben vero che si tratta solo di un parere, ma sufficiente per incrinare l”entusiasmo acceso due mesi fa dalla mancata concessione della sospensiva sul ricorso al Tar fatto da 21 Comuni soci (solo Firenzuola non ha aderito) sulla nomina del Cda di gennaio.
Diciamo che si tratta di un 1 a 1 palla al centro che rilancia l”entusiamo nel campo dei sindaci-soci del ConAmi contrari alle modalità di gestione messe in atto dalla collega di Imola. «Il parere ci fa dire che le nostre ragioni sono più che fondate – commenta Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza –. Il Difensore civico della Regione dice che ci si potrebbe eventualmente rifare alla norma delle Spa solo nel caso in cui ci fosse un vuoto normativo che in questo caso però non esiste, lo Statuto è chiaro e disciplina in modo compiuto le maggioranze assembleari. Ci vuole solo la volontà di trovare un punto di accordo e di non voler decidere da sola per tutti». Malpezzi va oltre e annuncia: «Ho già inviato una richiesta di convocazione urgente dell’Assemblea alla sindaca per revocare l’attuale Cda e nominarne uno nuovo. Oggi tornerò anche dai carabinieri per integrare la denuncia già depositata con gli atti che non c’erano ancora come i verbali dell’Assemblea di nomina del Cda del 19 giugno che sono arrivati solo ora. Su questa, tra l”altro, stiamo predisponendo un secondo ricorso al Tar e andremo fino al Consiglio di Stato se occorre, sospensiva compresa, perché questo Cda ha potenzialmente 5 anni davanti, anche se credo saranno molti meno visto che ha solo tre membri su cinque e quindi non rispetta neppure la parità di genere».
Sulla vicenda è entrata a gamba tesa anche la Lega di Imola. Il consigliere regionale e comunale Daniele Marchetti bacchetta l”Amministrazione con una nota: «Capisco che a volte alcune critiche possono sembrare scomode, ma purtroppo, come ho già detto in diverse occasioni, quando si amministra bisogna fare i conti con la realtà – puntualizza – . Il ConAmi, che piaccia o meno, ha il suo statuto e a quello bisogna fare riferimento. Ripetere all”infinito che i sindaci Pd blindarono lo statuto per imbrigliare il Comune di Imola a guida 5 Stelle non cambia la situazione. Un amministratore deve comunque affrontare nel migliore dei modi qualsiasi situazione». E tanto per chiarire sottolinea: «Questo parere, pur non cambiando le carte in tavola nell”immediato, avrà comunque il suo peso politicamente, anche perché il Difensore civico regionale, essendo un organo di garanzia, non è nemmeno riconducibile all”apparato del Partito democratico». Da notare che la tirata d”orecchi della Lega è arrivata ieri e Marchetti, da presidente della Commissione bilancio comunale, cercava invano da tempo di organizzare una commissione ad hoc, e questa mattina è giunta proprio la convocazione per lunedì 29. Un appuntamento che si prospetta interessante. (l.a.)
Nella foto Daniele Marchetti e Giovanni Malpezzi