A Castel del Rio inaugura il giardino “Enrico Berlinguer” con il sindaco, Raffaello De Brasi e Vasco Errani
Sarà inaugurato domani, sabato 20 luglio a Castel del Rio, in via della Resistenza, il giardino intitolato a Enrico Berlinguer. La cerimonia avrà inizio alle 10.30 e vi interverranno il sindaco di Castel del Rio Alberto Baldazzi, l”onorevole Raffallo De Brasi e il senatore Vasco Errani. Seguirà un rinfresco.
Di seguito il racconto degli ultimi momenti di vita di Enrico Berlinguer, che fu segretario del Partito Comunista Italiano dal 1972 alla morte, avvenuta 12 anni dopo e della quale quest”anno si è celebrato il 35° anniversario.
«E” il 7 giugno 1984. Di lì a poco si terranno le elezioni europee e il segretario del Pci, Enrico Berlinguer, è sul palco allestito in piazza della Frutta, a Padova, per un comizio. Mentre sta parlando accusa un malore. «Compagni, lavorate tutti, casa per casa…». La voce si incrina, si porta un fazzoletto alla bocca. Fa fatica, ma continua, mentre la folla, accortasi della sua sofferenza, gli urla «Basta Enrico».Finito il comizio rientra in albergo, dove si addormenta sul letto entrando in coma. Le sue condizioni appaiono subito drammatiche; viene trasferito in ospedale, dove morirà quattro giorni dopo, alle ore 12.45 dell’11 giugno, a causa dell’emorragia cerebrale. Il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che già si trovava a Padova per ragioni di Stato, andrà a trovarlo in ospedale. Farà in tempo a vederlo e baciarlo sulla fronte. Poche ore dopo il decesso imporrà che la salma venga caricata sull’aereo presidenziale per portarla lui stesso nella capitale. “Lo porto via – disse – come un amico fraterno,come un figlio, come un compagno di lotta”».
Questa invece è una parte del ricordo affidato a «sabato sera» dall”onorevole Massimo Marchignoli, tra gli artefici dell”iniziativa di intitolazione: «Enrico Berlinguer viene eletto segretario del Pci nel marzo 1972. Avevo poco meno di quattordici anni e mi iscrissi, per la prima volta, alla Federazione giovanile comunista italiana. Per la mia generazione era impossibile crescere “filosovietici”. Volevamo cambiare il mondo. Chiedevamo un profondo rinnovamento economico, sociale, culturale. Eravamo contro l’equilibrio del terrore che vedeva le due grandi potenze impegnate in una folle corsa nel dotarsi di nuovi armamenti nucleari. Volevamo il disarmo unilaterale e la pace planetaria. «Per noi la guida di tutto ciò era Enrico Berlinguer».
«Un grandissimo e coraggioso innovatore, una persona perbene e coerente, gentile nei comportamenti e nel linguaggio – conclude l”ex sindaco di Castel del Rio e di Imola -. Una figura di statista, l’aggettivo che troverete scritto nella targa commemorativa che scopriremo sabato 20 luglio a Castel del Rio». (r.cr.)
L”intero racconto della scomparsa di Berlinguer e la testimonianza completa di Massimo Marchignoli sono su «sabato sera» del 18 luglio