Buona Settimana di Marco Raccagna: Emilia Romagna, andare oltre al «come siamo stati bravi»
Le ultime elezioni europee, per ciò che riguarda l’Emilia Romagna, ci consegnano un quadro politico differente rispetto al passato. Il centrodestra classico (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) è al 45%, estendibile di altri 2 o 3 punti con le formazioni minori; il centrosinistra classico (Pd, Verdi, +Europa-Italia in Comune) è al 39%; i 5Stelle sono al 13%. E’ un quadro che mette una forte ipoteca della destra sulle prossime regionali di fine 2019 o inizio 2020. Tutto già scritto, allora? Forse. Tuttavia, potrebbe esserci una strada. Una via certamente non semplice e non tattica, ma che farebbe nuovamente della nostra terra un luogo di coraggio e sperimentazione politica e culturale.
In fondo, se ci pensiamo bene, è proprio quello che serve alla sinistra italiana e a tutto quel pezzo di comunità nazionale che pensa si possa aspirare ad un Paese diverso da quello che hanno in testa Matteo Salvini e i suoi. Perché coraggio e sperimentazione politica? Perché è evidente che il quadro politico nazionale è sostanzialmente rigido e che il 22 o 23% del Pd, che è comunque un buon risultato, non serve purtroppo a nulla, a meno che non si parta da lì per scomporre il quadro politico e recuperare centralità nella società. Scegliere, come ora, di discutere del passato o di cosa farà tizio, caio o sempronio, o di tattiche logore (rifare i Ds e la Margherita dalle spoglie del Pd) o dire genericamente che bisogna cambiare tutto, serve invece a molto poco.
In questa situazione è difficile che venga dal livello nazionale una spinta così innovativa. Ecco allora che proprio qui, da noi, in Emilia Romagna, tutto ciò potrebbe invece accadere e, anzi, essere auspicabile. Parlo della scomposizione di quello che non rientra in quel 45% che è stato il consenso del centrodestra classico alle europee, con la capacità di attrarre anche una parte del consenso moderato che oggi è ancora propenso ad affidarsi a Salvini, Meloni e Berlusconi. Come si fa, allora, delle prossime elezioni emiliano-romagnole un banco di prova per una proposta politica e culturale «spacca tavolo» che sia banco di prova in vista di una nuova sfida politica nazionale? Innanzi tutto, e lo può dire la sinistra imolese, che in questa legislatura ha avuto due ottimi consiglieri regionali, valutando positivamente la«salute» dell’Emilia Romagna e le molte cose fatte, ma andando oltre al «come siamo stati bravi».
Poi, forse, mettendo al centro la gestione dell’immigrazione, il sostegno alle famiglie, un impegno sulle imposte,che devono calare ed essere progressive, e il ruolo della Regione di sostegno alle comunità locali, fuori dagli schemi precostituiti di strutture istituzionali pensate a tavolino, ma nel concreto della vita dei cittadini, delle imprese, dell’associazionismo. Dimostrando di essere capaci per davvero di aprirsi anche ad alcuni dei temi sollevati dalla gente del M5S, movimento che ha molti difetti, ma che nasce per reazione a un decadimento reale del «fare politica» e afferma anche proposte a volte condivisibili. Ho detto dalla gente e non dalla dirigenza attuale dei grillini, che sono invece impegnati nel dar manforte a Salvini e alla cultura più reazionaria d’Europa.
Occorre, in una parola, tornare a fare politica a 360 gradi, senza preconcetti, ma, al contrario, con il coraggio di aprirsi a contaminazioni e con la capacità di costruire idee che illuminino una visione nuova di società, da contrapporre a quella chiusa e rancorosa della destra. Occorre destrutturare e scomporre per rinascere. Occorre un progetto. Occorre l’Emilia Romagna, quella che in nove ore rimette a posto gli stabilimenti balneari dopo una tromba d’aria; quella delle dade e degli insegnanti che da decenni fanno del nostro sistema dell’infanzia e dell’istruzione un’esperienza straordinaria; quella degli artigiani del biomedicale che da un garage hanno costruito aziende e un polo imprenditoriale di valore mondiale; quella della motorvalley, del turismo e dell’intrattenimento, della cooperazione.Quella che non si accontenta mai di ciò che è stato fatto, perché ha energie per fare molto di più. Quella che sa che si vive meglio se lo si fa tutti insieme e non gli uni contro gli altri. Occorrono testa, braccia e cuore. Buona settimana.