Stefano Manara sul futuro del ConAmi e del territorio: “A rischio servizi e utili. Serve accordo per nominare un Cda”
Stefano Manara, imprenditore imolese già presidente del ConAmi, è tuttora uno dei quindici consiglieri del Cda di Hera Spa, dove il Consorzio di via Mentana è il secondo investitore pubblico della multiutiliy leader su rifiuti ed energia. La quasi totalità degli introiti del ConAmi arrivano proprio da Hera, dall’affitto delle reti (acquedotti, gas, impianti) ai ricavi sulle azioni, da questi dipendono poi le ingenti risorse riversate negli anni sul territorio dei 23 Comuni anche per progetti sociali o di sviluppo, vedi per l’autodromo o la riqualificazione dell’Osservanza per Imola.
E’ corretto dire che c’è un posto nel Cda di Hera riservato a Imola?
«Non proprio. La mia nomina nasce in seno al Patto di sindacato degli azionisti pubblici di Hera. Imola ha qualche decina di migliaia di azioni, è il ConAmi che ne detiene 108 milioni. Imola solo in quanto socio maggioritario del ConAmi può definire il consigliere da indicare al Patto di sindacato e concorrere fortemente anche alla scelta del presidente di Hera. Se togli un tassello da questa filiera, cioè senza l’accordo con gli altri, non conti niente. Oggi si dà alla parola “accordo” un’accezione negativa alimentando idee di collusioni, ma la democrazia è sintesi di posizioni diverse. Anche per le nomine in un Cda».
La sindaca di Imola, Manuela Sangiorgi, ha definito «positivo» il consuntivo 2018 da 9 milioni di utili, cosa ci aspetta per il 2019?
«Credo sarà anch’esso strepitoso sul fronte degli utili, nonostante manchino le entrate della discarica, perché gli effetti dello stallo sulla remunerazione del capitale si vedranno solo tra un paio d”anni. Potremmo accorgercene subito, invece, sul mantenimento e miglioramento degli asset e nella qualità dei servizi ai cittadini».
Ma è Hera che deve garantire i servizi.
«E’ vero, e lo farà, come negli altri territori dove non c’è il ConAmi. Ma occorre ricordare che il ConAmi ha favorito qualcosa di straordinario a partire dal fatto stesso che ha contribuito a creare Hera stessa, dimostrando lungimiranza strategica. Soprattutto per Imola, che ha bisogno di fare investimenti che, senza il ConAmi e la condivisione con gli altri sindaci, sono impossibili. Ad esempio, pensiamo ai 2 milioni di euro a fondo perduto per realizzare il progetto dello studentato dell’università nell’Osservanza».
L’Amministrazione imolese rivendica di sentirsi isolata rispetto agli altri 22 Comuni, molti a guida centrosinistra.
«Il perimetro del ConAmi non è nato per caso o su logiche politiche ma semplicemente perché l’acqua va dall’alto verso il basso: a Marradi nasce l’acqua che scende a Faenza. Le reti del gas invece hanno un andamento trasversale. I flussi impiantistici non si modificano per scelte politiche. Poi ci sono gli asset industriali: se decidi che non avrai più una discarica dovrai portare comunque quel tuo rifiuto altrove, la differenza è che prima ti sedevi al tavolo come componente del sistema regionale dei rifiuti, ora solo come cliente». (l.a.)
L’intervista completa a Stefano Manara con altri particolari e gli accordi strategici di Hera in tema di energia, rifiuti e finanziamenti la trovate sul “sabato sera” del 4 luglio.
Nella foto Stefano Manara nell”ufficio dell”immobiliare “Rest Srl”, la sua azienda alla quale fa capo un piccolo gruppo da 70 dipendenti