Il ciclista medicinese Stefano Romualdi ha concluso alla grande il suo secondo «Tour Divide»
Ce l’ha fatta, ancora una volta. Stefano Romualdi è riuscito a concludere il suo secondo «Tour Divide», 4.418 chilometri in bicicletta su strade sterrate dal Canada fino ai confini del Messico, un percorso infinito e durissimo, per le asperità del terreno, per le salite fino a 3.500 metri, per il clima, passando da temperature polari fino al caldo torrido del deserto. Nel 2018 chiuse al 9º posto, impiegando 18 giorni, 15 ore e 2 minuti, ma stavolta è addirittura riuscito a superarsi, nonostante le numerose difficoltà incontrate, che ci spiegherà quando andremo ad intervistarlo, nelle prossime settimane. Innanzitutto la posizione finale, cioè la settima, poi il tempo impiegato, 16 giorni e 17 ore, dunque riuscendo a limare ben due giorni interi, una cosa clamorosa per un atleta con un fisico strepitoso, una forza mentale rarissima, ma tutto sommato un dilettante della specialità, che nella vita di tutti i giorni fa il carrozziere nell’azienda di famiglia. Senza dimenticare che, a causa di una bufera di neve, ha praticamente saltato un giorno di pedali.
L’avventura, oltre al sito ufficiale «trackleaders», che ne tracciava la posizione in tempo reale grazie al Gps in dotazione, è stata raccontata minuziosamente da «Locomotive Cycles», il suo sponsor, che gli ha fornito una mountain bike in titanio. Continui «post» a tutte le ore, video, foto che hanno seguito quasi ogni colpo di pedale del 38enne medicinese. Pare che per i prossimi due anni non potrà più attraversare l’oceano Atlantico per altre sfide alla corsa più dura del mondo, a causa di impegni familiari, quindi l’impresa resterà scolpita finché non deciderà di riprovarci, cosa che gli starà già frullando nella mente fin da lunedì 1 luglio alle 8 (orario italiano), quando ha tagliato il traguardo. (p.z.)
Nella foto: Stefano Romualdi
N1 bravissimo ,complimentoni per l avventura perché, ci sono molte situazioni difficili da affrontare.Bravo bravo e bravo.